Assumere persone disabili — un vasto bacino di manodopera ampiamente ignorato — è una scelta sensata per le imprese. Ma questo richiede il superamento della paura di ciò che non si conosce e una maggiore attenzione alle capacità piuttosto che alle disabilità. (http://www.ilo.org/rome/risorse-informative/per-la-stampa/articles/WCMS_240070/lang--it/index.htm)

Ginevra (ILONews). Yves Veulliet, vittima di un incidente che lo ha privato dell’uso delle gambe appena ventunenne, conosce molto bene le barriere che le persone disabili trovano nel mondo del lavoro. Barriere che spesso sono frutto di pregiudizi su ciò che i disabili possono o non possono fare.

E quando trovano un lavoro, l’attitudine negativa di colleghi e superiori influenza le loro carriere, anche in quelle imprese più sensibili all’assunzione di persone disabili.

«La verità è che siamo tutti spaventati da ciò che non si conosce. La maggior parte delle persone non si sente a suo agio quando ha intorno persone disabili, è normale», afferma Veulliet, che ha dovuto bussare a diverse porte prima di trovare un lavoro 25 anni fa all’IBM, dove attualmente ricopre la carica di Manager globale per la disabilità e l’inclusione.

I fatti dimostrano che una volta che un datore di lavoro supera i suoi timori, assumere e lavorare con persone disabili diventa normale.

«Come si può parlare della disabilità di qualcuno quando questa è nascosta dalle sue capacità?» si chiede Sean Callaghan, Direttore Generale di Sodexho a Toronto, Canada. Il suo gruppo di lavoro di 36 persone comprende 4 persone portatrici di handicap diversi, «ma la cosa più importante è che hanno differenti capacità».


Abilitare piuttosto che disabilitare

Il contesto di lavoro è molto importante, non solo dal punto di vista strutturale, ma anche della cultura del lavoro e di un’atmosfera inclusiva.

«In fin dei conti, la funzione del datore di lavoro è quella di offrirmi un ambiente di lavoro favorevole che mi consenta di gestire il mio handicap, mentre il mio compito in quanto impiegato è di gestire il mio handicap e il mio lavoro. I rispettivi ruoli devono essere chiari per entrambi», ha aggiunto M. Veulliet.

Quando ha iniziato a lavorare per IBM, racconta il Manager, è come se la sua disabilità scomparisse in quanto i locali erano totalmente accessibili.


Perché assumere?

I consumatori tendono a guardare favorevolmente quelle aziende che impiegano persone disabili. Secondo l’esperto di disabilità e redditività d’impresa, Rich Donovan, oltre un miliardo di disabili, insieme ai 2,2 miliardi di parenti e amici a livello globale, controllano circa 8.000 miliardi di dollari di reddito disponibile l’anno.

In Indonesia, il principale strumento per garantire l’inclusione è la legislazione secondo la quale almeno l’1% della manodopera dell’azienda deve essere costituito da persone disabili.

Better Work, una partnership tra ILO e International Finance Corporation (IFC), aiuta le aziende indonesiane ad osservare la normativa. «Uno dei nostri lavoratori, Angela Friska, non udente, ha il compito di sensibilizzare i datori di lavoro del settore tessile», racconta Simon Field, consigliere tecnico principale di Better Work Indonesia.

Ad oggi, solo tre dei 90 fornitori con i quali Better Work lavora osservano pienamente la legislazione. «C’è ancora molto lavoro da fare», afferma Field. «Ma siamo solo all’inizio». Anche le multinazionali stanno spingendo i loro fornitori ad integrare sempre di più i lavoratori disabili.

I datori di lavoro stanno gradualmente diventando più consapevoli che assumere persone con disabilità non è una questione di carità ma un investimento. «Non è solo la cosa giusta da fare, ma la più sensata», afferma Sreela Das Gupta, Manager globale per la diversità e l’inclusione della Tata Consulting Services.

Nelle molteplici presentazioni sul tema dell’inclusione delle persone con handicap, Veulliet incoraggia i manager a chiedere a se stessi il perché dovrebbero assumere una persona con disabilità visto che potrebbero assumerne una non disabile. «La risposta è che le imprese non devono assumere un disabile. Piuttosto devono assumere una persona che possieda le competenze richieste per una determinata posizione. Se poi succede che questa persona è disabile, così sia, ma la questione non è l’handicap in sé».


L’ILO e la disabilità
  • Il Programma dell’ILO sulla disabilità promuove l’uguaglianza di opportunità e di trattamento per le persone disabili in materia di reinserimento professionale, formazione e occupazione. L’obiettivo è rafforzare le conoscenze sulla formazione e l’occupazione di persone con disabilità.
  • Il Network globale su imprese e disabilità è uno strumento unico a livello mondiale di cui fanno parte imprese multinazionali, organizzazioni di datori di lavoro, reti d’imprese e organizzazioni di persone con handicap che collaborano per promuovere l’inclusione dei disabili nel mondo del lavoro. Secondo l’ILO, partecipando a questo network, le aziende potranno avvalersi di una manodopera diversificata, migliorare la loro produttività, ridurre il turnover di personale, rendere i luoghi di lavoro più sicuri, migliorare il servizio alla clientela e accrescere la fedeltà al marchio.

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