A pochi giorni dalla Giornata internazionale dei rom e dei sinti dell'8 aprile,
Amnesty International ha nuovamente sollecitato il sindaco di Roma, Ignazio
Marino, a dialogare con l'associazione e a porre fine alla discriminazione dei
rom nell'accesso a un alloggio adeguato.
"Le violazioni dei diritti umani
dei rom da parte delle autorità italiane, incluse quelle di Roma, continuano:
sgomberi forzati, segregazione in campi in condizioni abitative gravemente
inadeguate ed esclusione dall'edilizia residenziale pubblica stanno proseguendo
sotto l'amministrazione del sindaco Marino" - ha ricordato John Dalhuisen,
direttore del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International, appena
giunto a Roma.
Dalhuisen interverrà, domani, al convegno "Italiaromanì"
organizzato dall'Associazione 21 luglio, in corso in questi giorni a
Roma.
"Amnesty International aveva auspicato un cambio di rotta da parte
della giunta Marino dopo gli anni del "Piano Nomadi" della giunta Alemanno.
Lo scorso ottobre avevamo accolto con favore l'impegno della giunta
Marino a ritirare misure chiaramente discriminatorie nei confronti delle
famiglie rom residenti nei campi autorizzati nell'accesso alle case popolari" -
ha ricordato Dalhuisen.
"Ad oggi il sindaco Marino non ha mantenuto
quegli impegni né ha risposto alla nostra lettera del 14 febbraio scorso, in cui
esprimevamo profondo rammarico per il fatto che la graduatoria per
l'assegnazione delle case popolari riferita al bando pubblico del 31 dicembre
2012 non fosse stata ancora pubblicata e che l'attribuzione del punteggio a
ciascuna domanda venisse ancora compiuta in applicazione dei criteri previsti
nella circolare del dipartimento Politiche abitative del 18 gennaio 2013" - ha
sottolineato Dalhuisen.
"Insieme ad Amnesty International, anche il
Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Nils Muižnieks aveva
evidenziato il carattere discriminatorio di quella delibera, che impedisce ai
rom residenti nei campi autorizzati di veder riconosciuto il proprio stato
abitativo gravemente disagiato e dunque riduce enormemente le loro probabilità
di vedersi assegnata una casa popolare" - ha ricordato
Dalhuisen.
"Chiediamo al sindaco Marino anche di fare chiarezza su come
intenda impiegare i fondi recentemente messi a disposizione dalla Regione Lazio
per la cosiddetta 'emergenza abitativa'.
Non possiamo accettare che
quest'operazione ancora una volta si concluda con l'esclusione delle famiglie
rom residenti nei campi, oltre che di altri cittadini che hanno fatto domanda
per un alloggio residenziale pubblico in base alla graduatoria del 31 dicembre
2012" - ha concluso Dalhuisen. A Roma, nell'ambito di una grave emergenza
abitativa dovuta alla scarsa disponibilità di alloggi pubblici, dei 50.000
nuclei familiari che vivono nelle case popolari della capitale gestite
dall'Ater, solo lo 0,02 per cento è costituito da rom, sebbene i rom
costituiscano oltre lo 0,2 per cento della popolazione totale della
città.
Leggi
il rapporto "Due pesi, due misure" (Ottobre 2013)