Ieri la Commissione europea ha deciso di dare seguito a “L’acqua è un diritto” (Right2Water), la prima iniziativa dei cittadini europei ad aver raggiunto un numero sufficiente di firme. Gli organizzatori dell’iniziativa hanno chiesto alla Commissione: «1. le istituzioni dell’Unione europea e gli Stati membri siano tenuti ad assicurare a tutti i cittadini il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari; 2.l’approvvigionamento in acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano soggetti alle “logiche del mercato unico” e che i servizi idrici siano esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione; 3.l’Ue intensifichi il proprio impegno per garantire un accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari».

L’iniziativa dei cittadini europei è stata lanciata nell’aprile 2012 e rappresenta un importante strumento di democrazia partecipativa. L’iniziativa consente, con l’adesione di un minimo di 1 milione di cittadini di almeno un quarto degli Stati membri dell’Ue, di invitare la Commissione a intervenire su questioni per le quali ha la competenza di legiferare. ” Right2Water – L’acqua è un diritto”, la prima iniziativa che ha raggiunto un numero sufficiente di firme, è stata sostenuta da 1,68 milioni di cittadini, superando le soglie minime in 13 Stati membri. Un risultato di gran lunga superiore al minimo richiesto. In totale, più di 5 milioni di cittadini Ue hanno già firmato più di 20 iniziative diverse.

Il commissario Ue alle relazioni inter-istituzionali e all’amministrazione, Maroš Šefcovic ha detto che «I cittadini europei hanno fatto sentire la loro voce e oggi la Commissione ha espresso il suo consenso. Questa forma inedita di esercizio della democrazia sotto forma di iniziativa popolare paneuropea si tradurrà in un miglioramento immediato della qualità dell’acqua, delle infrastrutture, dei servizi igienico-sanitari e della trasparenza per i cittadini europei e dei paesi in via di sviluppo. Mi congratulo con gli organizzatori per i risultati conseguiti».

Nella sua risposta ai promotori di Right2Water la Commissione evidenzia «Gli eccezionali progressi compiuti dall’Ue nel settore dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari, ad esempio mediante standard di qualità dell’acqua ambiziosi e con il sostegno finanziario degli interventi volti ad ampliare e a migliorare le infrastrutture idriche negli Stati membri. Poiché le decisioni sulle modalità di gestione dei servizi idrici sono esclusivo appannaggio delle autorità pubbliche degli Stati membri, la Commissione continuerà a rispettare le norme del trattato, che impongono all’Ue di rimanere neutrale rispetto alle disposizioni nazionali che disciplinano le imprese nel settore idrico. Analogamente, nei negoziati commerciali internazionali la Commissione continuerà a garantire il rispetto e la salvaguardia delle politiche di gestione dei servizi idrici adottate a livello nazionale, regionale e locale. Le caratteristiche uniche dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie nel soddisfare le esigenze di base della popolazione sono state sempre riconosciute dalla normativa dell’Ue. La distribuzione e la fornitura dell’acqua nonché i servizi di trattamento delle acque reflue sono già esplicitamente esclusi dall’ambito di applicazione della libera prestazione di servizi transfrontalieri. Inoltre, lo scorso anno la Commissione ha escluso i servizi idrici dalla direttiva sull’aggiudicazione dei contratti di concessione per tenere debitamente conto delle preoccupazioni dei cittadini».

Complessivamente, tra Ue e Stati membri, vengono stanziati circa 1,5 miliardi di euro l’anno per programmi per l’approvvigionamento idrico, servizi igienico-sanitari ed igiene nei paesi in via di sviluppo, facendo dell’Unione il principale donatore a livello mondiale in questo settore.

L’iniziativa dei cittadini europei ha permesso alla Commissione di individuare le lacune ed i settori che hanno bisogno di un maggiore impegno a livello Ue o nazionale «Al fine di rispondere alle preoccupazioni alla base di questa richiesta di intervento dei cittadini».

Oggi la Commissione si è impegnata a realizzare attività concrete e nuove azioni nei settori che hanno una rilevanza diretta per l’iniziativa e il raggiungimento dei suoi obiettivi: «Intensificare gli sforzi per una piena attuazione della normativa dell’Ue sull’acqua da parte degli Stati membri; Lanciare una consultazione pubblica a livello europeo relativa alla direttiva sull’acqua potabile per valutarne i margini e le modalità di miglioramento; Migliorare l’informazione dei cittadini rendendo più lineari e trasparenti la gestione e la diffusione dei dati sulle acque reflue urbane e sull’acqua potabile; Considerare l’ipotesi di un’analisi comparativa della qualità delle acque; Promuovere un dialogo strutturato tra le parti interessate sulla trasparenza nel settore idrico; Collaborare con altre iniziative per ampliare la gamma di valori di riferimento per i servizi idrici e migliorare la trasparenza e la responsabilità dei fornitori di servizi idrici, consentendo ai cittadini di accedere a dati comparabili sui principali indicatori economici e di qualità; Incoraggiare approcci innovativi per l’assistenza allo sviluppo (ad esempio, il sostegno a partenariati tra operatori idrici e a partenariati pubblico-pubblico) e promuovere le migliori pratiche tra gli Stati membri (ad esempio, in materia di strumenti di solidarietà); Difendere l’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come settore prioritario nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile per il post 2015; Invitare gli Stati membri, nell’ambito delle loro competenze, a tenere conto delle preoccupazioni espresse dai cittadini con questa iniziativa e incoraggiarli a intensificare gli sforzi per garantire che tutti possano disporre di acqua sicura, pulita e a buon mercato».

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