Migranti. A Cipro ogni anno centinaia di migranti e richiedenti asilo vengono trattenuti in condizioni equiparabili al carcere, per lunghi periodi di tempo, in attesa dell’espulsione. Tra queste persone vi sono rifugiati siriani e donne separate dai loro figli. (
http://lepersoneeladignita.corriere.it/2014/03/18/cipro-migranti-trattenuti-illegalmente-in-attesa-dellespulsione/#.UygDSrvll4Q.twitter)
di Monica Ricci Sargentini
Lo rivela una ricerca condotta da Amnesty International a Cipro e pubblicata oggi in cui dimostra come le autorità di Nicosia aggirino le norme dell’Unione europea (Ue) ricorrendo alla detenzione automatica di migranti e richiedenti asilo e ignorando le garanzie da esse previste, secondo le quali la detenzione dev’essere considerata solo come ultima opzione. Questa prassi viola anche il diritto internazionale.
“Ponendo in detenzione decine di persone ogni mese, Cipro mostra una profonda mancanza di umanità e un completo disprezzo per i suoi obblighi internazionali – ha dichiarato Sherif Elsayed-Ali, direttore del Programma migranti e rifugiati di Amnesty International - È una vergogna che all’interno dell’Ue persone che non hanno commesso alcun reato siano trattenute in condizioni equiparabili al carcere per lunghi periodi di tempo, in alcuni casi per 18 mesi e persino oltre. Temiamo che Cipro usi la detenzione sistematica dei migranti per intimidire e scoraggiare altri migranti e richiedenti asilo”.
Almeno due donne sono state poste in detenzione senza i loro figli, uno di 19 mesi e uno di tre anni. Nel primo caso, per quattro giorni, alla madre è stato consentito di vedere il figlio solo tre volte al giorno per 20 minuti per allattarlo. Nel secondo caso, per quattro settimane la madre ha potuto incontrare il figlio per mezz’ora due volte alla settimana. Entrambe le donne, residenti a Cipro da molti anni, sono sposate con cittadini dell’Ue e i loro figli sono cittadini dell’Ue.
Nel centro di Menogia, la più grande struttura detentiva per migranti di Cipro (nella foto), almeno una persona è trattenuta da 22 mesi in attesa dell’espulsione. Secondo le leggi dell’Ue, il periodo massimo di detenzione per motivi d’immigrazione è di 18 mesi.
“Menogia, salvo che per il nome, è una prigione a tutti gli effetti. Dietro una doppia barriera metallica alta diversi metri, i detenuti sono trattenuti in condizioni di sovraffollamento e possono uscire solo due ore e mezzo al giorno” ha sottolineato Elsayed-Ali.
Anche le condizioni di vita a Menogia sono pari a quelle di un carcere: le celle sono chiuse a chiave dalle 10.30 di sera alle 7.30 del mattino, otto detenuti dividono uno spazio di 18 metri quadrati, la maggior parte dei quali è occupato da quattro letti a castello di metallo.
Lo stesso trattamento viene riservato a chi arriva dalla Siria. Amnesty International il 6 marzo a Menogia ha incontrato nove rifugiati siriani, almeno uno dei quali aveva già fatto richiesta d’asilo.
“È incomprensibile che le autorità cipriote pongano in detenzione cittadini siriani, dal momento che la politica ufficiale del paese è di non rinviarli verso il paese d’origine. L’unica conclusione possibile è che i siriani che arrivano a Cipro vengano posti in detenzione per far sapere ad altri siriani che non saranno i benvenuti sull’isola” – ha spiegato Elsayed-Ali.
Il 20 marzo a Bruxelles, in occasione del Summit dell’Ue in cui saranno definite le nuove Linee guida dell’Ue in materia di libertà, sicurezza e giustizia, gli attivisti e le attiviste di Amnesty International chiederanno ai leader europei di proteggere i migranti e i rifugiati lungo le coste europee. La mobilitazione si ripeterà anche in 12 stati membri dell’Ue, sotto lo slogan “SOS Europa: prima le persone, poi le frontiere”.
In Italia la mobilitazione è organizzata dalla Amnesty International Sicilia il 22 marzo a Catania, in piazza dell’Università dalle 11 alle 18. L’iniziativa prevede la presenza in piazza di una “biblioteca vivente” con migranti e pubblico che racconteranno le loro storie ed esprimeranno la loro opinione su come l’Europa dovrebbe affrontare il tema dell’immigrazione.