Oltre 4,3 milioni di bambini sfollati interni, intrappolati nel conflitto in Siria, subiscono tutti i giorni le gravi conseguenze di un sistema sanitario al collasso e hanno disperato bisogno di cibo, medicine, supporto psicologico e un riparo sicuro. Due ospedali su tre sono distrutti o inservibili, come il 38% delle strutture mediche di base, e quasi tutte le ambulanze. La metà dei medici ha abbandonato il paese, altri sono stati uccisi o imprigionati, e tra il personale sanitario rimasto, in media, solo 1 su 300 è un medico in grado di affrontare le emergenze. (
http://www.corrieredellemigrazioni.it/2014/03/10/siria-generazione-perdutabreve/)
Ad Aleppo, una città che, secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe avere almeno 2.500 medici, ne sono rimasti solo 36, per assistere più di 2 milioni di persone. Sono alcuni dati del rapporto internazionale di
Save the children “Un prezzo inaccettabile: l’impatto di tre anni di guerra sulla salute dei bambini in Siria”.
Tra i circa 575.000 feriti nel conflitto, sono tanti coloro che vengono condannati alla disabilità. Molti dei feriti che giungono quotidianamente negli ospedali sono bambini, che arrivano spesso con ferite profonde o fratture esposte, e quando mancano i mezzi o le medicine necessarie si è costretti a ricorrere all’amputazione di braccia o gambe per salvarli.
Impossibile o quasi fornire cure anche ai tanti bambini con malattie croniche, che sono parte dei 70.000 malati di cancro o dei 5.000 in dialisi, o di quelli affetti da leucemia.
Ma tra i più vulnerabili, ci sono i bambini non ancora o appena nati. 3 donne su 4 non hanno infatti più accesso all’assistenza per il parto, prima disponibile per chiunque (96%). Per il timore di un travaglio sotto le bombe, è raddoppiato il numero di parti cesarei (passati dal 19 al 45%), che avviene però spesso in condizioni mediche critiche.
Solo l’accesso degli aiuti umanitari, compresi quelli sanitari, in tutte le aree del paese, può contribuire a salvare la vita di milioni di bambini. Save the Children chiede con forza che la recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’accesso umanitario in Siria sia implementata immediatamente, e che le famiglie e i bambini possano così ricevere vaccini, cibo, acqua, medicine, e possano essere assistiti con altri interventi salvavita, ovunque essi si trovino sul territorio interno al Paese.
Save the children ha anche lanciato
un video che, in pochi giorni, è diventato virale, per denunciare la situazione in cui si trovano i bambini siriani.
In occasione del terzo anniversario dall’inizio del conflitto, Save the Children Italia, in collaborazione con il comune di Roma, invita tutti a partecipare ad un importante e significativo evento di mobilitazione “Per i bambini siriani”, con appuntamento il 14 marzo alle 19.30 in Piazza del Campidoglio a Roma, dove avverrà l’illuminazione straordinaria della facciata del Campidoglio e centinaia di candele accese comporranno la scritta “Siria” sul piazzale.