Documento approvato dalla Conferenza delle Regioni del 20 febbraio. La Conferenza Unificata ha registrato il 20 febbraio il via libera di Regioni ed autonomie locali al riparto del fondo nazionale per le politiche sociali e del fondo per le non autosufficienze per l'anno 2014. Nell’occasione la Conferenza delle Regioni ha però rappresentato al Governo, con un documento la necessità di un’intesa quadro sulle politiche sociali (vedi anche "Regioni.it" 2442). (http://www.regioni.it/it/show-2443/newsletter.php?id=1934&art=12204)

Si riporta di seguito il documento integrale che è stato pubblicato sul sito www.regioni.it (sezione “conferenze”). "Posizione in relazione all’Intesa sullo schema di decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, concernente il riparto del fondo nazionale per le politiche sociali per l'anno 2014 e all’intesa sullo schema di decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministro della salute, il ministro dell'economia e delle finanze, concernente il riparto delle risorse assegnate al fondo per le non autosufficienze per l'anno 2014".


Punti 9) – 10) Odg. Conferenza Unificata

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato il seguente documento quale Intesa Quadro per le Politiche Sociali in relazione all’espressione delle Intese sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e il Fondo Nazionale per le non autosufficienze.

Premesso che:

L’attuale situazione socio economica risente di una crisi che, nonostante qualche accenno di miglioramento è ancora molto attuale e pesa fortemente sui lavoratori, sulla condizione giovanile e su quella femminile. La mancanza di lavoro genera problemi alle famiglie e soprattutto ai minori e ai giovani, come si può constatare dall’aumento delle condizioni di povertà; non dare respiro alle Politiche ed ai Servizi Sociali significa disattendere le esigenze primarie di una popolazione provata. Riconoscere i diritti di cittadinanza e contrastare le diseguaglianze è la condizione per uscire dalla crisi. Non possono essere lasciate sole le famiglie di chi ha perduto il lavoro e ha difficoltà a reinserirsi nel sistema produttivo e sociale.

La solidarietà non è sufficiente ad offrire risposte sistemiche a bisogni così conclamati, si devono offrire ai cittadini attività e opportunità che promuovono migliori condizioni di vita e accompagnano chi è privo di risorse con misure per che ne facilitino l’inclusione.

Sottolineato che:

Gli interventi avviati dallo Stato in tema di lotta alla povertà e le misure che promuovono ed avviano nuove occasioni occupazionali spesso non consentono a chi versa in condizioni di precaria stabilità, di malattia di non autosufficienza o disabilità, di portare a soluzione i gravi problemi personali e familiari e che pertanto il sistema di welfare, sia pure sotto il profilo della sussidiarietà costituzionale, deve offrire anche specifiche risposte a minori, giovani adulti ed anziani salvaguardando così le fasce più fragili della popolazione, assicurando un apporto economico stabile per almeno un triennio, a partire dal 2014.

Preso atto che:

le Regioni dopo un lungo lavoro di ricognizione e razionalizzazione delle attività svolte a livello locale, peraltro sostenuto anche dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, hanno individuato i seguenti Macro Obiettivi di Servizio:
  • 1. Servizi per l’accesso e la presa in carico dalla rete assistenziale,
  • 2. Servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio,
  • 3. Servizi a carattere comunitario per la prima infanzia,
  • 4. Servizi a carattere residenziale per le fragilità,
  • 5. Misure di inclusione sociale e di sostegno al reddito
che possano offrire la copertura a bisogni dell’infanzia alle responsabilità familiari, alle persone con disabilità e a quelle non autosufficienti, considerando che lo Stato interviene, in larga parte, direttamente per contrastare la povertà, attraverso lo strumento della Social Card e con misure più innovative e complesse che possano anche sostenere l’inclusione (SIA);

Preso atto altresì che:

le Autonomie Locali, pur con esigenze di maggior dettaglio, hanno condiviso la metodologia seguita per l’individuazione dei Macro Obiettivi e, che anche da parte loro, si ribadisce l’esigenza di poter disporre di finanziamenti “certi”, in modo da programmare con respiro la stabilità del sistema sociale e sociosanitario per tutte quelle competenze che vanno ad integrarsi con il sistema della salute e pertanto le Regioni chiedono:
  • a) una stabilità almeno triennale e incrementale a partire dal 2014, dei finanziamenti statali riguardanti – in senso lato - gli interventi sociali, con particolare riferimento al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e al Fondo per le non Autosufficienze, individuando una dimensione finanziaria accettabile per stabilizzare, almeno ad un livello minimo gli Obiettivi di Servizio, quella del 2009 (520 milioni di euro per il FNPS e 400 milioni per il FNA);
  • Chiedono altresì di ripristinare il FNPS nella sua dotazione originaria indicata nella tabella C della legge di Stabilità 2014 come impegno assunto dal Governo nella Conferenza Unificata del 6 febbraio 2014;
  • b) una confluenza temporale nei primi mesi dell’anno, per la erogazione dei citati fondi, al fine di consentire un’adeguata programmazione triennale/annuale dei servizi;
  • c) la valorizzazione concreta di politiche integrate, anche con l’apporto di altri Ministeri sotto il profilo della Salute (nuovo Patto per la Salute) per tutte le fragilità e per la non autosufficienza, sotto il profilo del Lavoro per promuovere e affiancare tutte le iniziative, anche derivate dalla strategia europea 2014/2020, che facilitano occasioni di lavoro per i disoccupati, giovani, i portatori di disagio sociale e sotto il profilo abitativo con la disponibilità di alloggi o di adeguate misure che superino le criticità derivate da limitato reddito, inserendo il problema della “casa” negli assi di miglioramento delle condizioni sociali dei cittadini;
  • d) si auspica il rafforzamento, nel rispetto dei modelli di governance delle Regioni, del confronto e del coinvolgimento delle Autonomie Locali, con l’apertura di una fase di concertazione che metta a valore la programmazione sociale e faccia convergere nella crescita locale, tutti gli attori interessati e disponibili, a partire dalla cooperazione, alle imprese sociali e coinvolgendo nei processi anche i soggetti imprenditoriali;

Considerato, inoltre, che:
  • Condividono la necessità di individuare per le politiche sociali “indicatori di bisogno”, in primis, articolate per le macro aree degli Obiettivi di Servizio: infanzia, responsabilità familiari, non autosufficienza e disabilità, inclusione sociale, per far crescere in maniera uniforme l’offerta e verificare i risultati raggiunti. Nei termini indicati le Regioni si impegnano ad erogare, alle Autonomie Locali, secondo le rispettive programmazioni e ad avvenuta assegnazione nazionale, il FNPS in tempi brevi, così come il FNA, in base alle finalità per lo stesso indicate;
  • sono concordi sull’intraprendere il percorso avviato per individuare “costi standard” per i servizi maggiormente definiti a partire dagli asili nido, all’assistenza domiciliare e residenziale;
  • sono concordi anche sull’implementazione del Sistema informativo dei servizi sociali, di cui all’articolo 21, della legge 8 novembre 2000, n. 328, anche in considerazione del nuovo Casellario dell’assistenza, di cui all’articolo 13 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

Tutto ciò premesso

nel sancire le Intese per il riparto del Fondo Nazionale Politiche Sociali 2014 di cui alla tabella C della legge n. 147/2013 e del Fondo Non Autosufficienze 2014, di cui all’articolo 1 commi 199 e 200;

  • chiede alla Conferenza Unificata di considerare il documento quale Intesa Quadro per le Politiche Sociali e per le non Autosufficienze, preliminare all’intesa prevista all’articolo 13 del DLGS 68/2011, atta ad individuare i Livelli Essenziali delle Prestazioni cui lo Stato deve garantire per competenza adeguate risorse.

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