Concluso il convegno sul futuro dei CSV emiliani. "CSV e volontariato contribuiscono allo sviluppo e al benessere della società". Con questa dichiarazione dei nove CSV dell'Emilia Romagna si è chiuso sabato 15 febbraio il convegno organizzato dal Coordinamento regionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, (CCSV) organizzato a seguito del percorso di studio e confronto che i CSV hanno intrapreso insieme per rafforzare il sistema regionale di servizi a supporto del volontariato e individuare strategie integrate e innovative per affrontare le sfide del nuovo Welfare. (http://www.csvnet.it/notizie/le-notizie/notiziecsv/973-csv-e-volontariato-contribuiscono-allo-sviluppo-e-al-benessere-della-societa-concluso-il-convegno-sul-futuro-dei-csv-emiliani)

Il primo degli interventi della mattinata è stato quello di Gilberto Bagnoli, past coordinatore del Coordinamento regionale dei CSV e presidente del CSV di Forlì-Cesena, che ha riportato i risultati del percorso e presentato la pubblicazione che ne è derivata "Strategie per il futuro dei CSV dell'Emilia Romagna.

Esiti di un percorso partecipato". "Questo è il momento di cambiare passo: occorre ricostruire un welfare di comunità in cui ognuna delle forze economiche e sociali istituzionali e del Terzo Settore metta le proprie competenze specifiche per rigenerare coesione e benessere sociale. E per farlo è necessario riconoscere che il volontariato di oggi, anche grazie al lavoro dei CSV, è un movimento moderno organizzato, strutturato che produce benessere a Km 0. In particolare i CSV oggi devono e sanno lavorare su tre aspetti chiave: creare rete e sinergia tra gli attori del territorio; rafforzare la capacità di advocacy del volontariato e del terzo settore rispetto alle nuove istanze sociali; generare innovazione sociale ossia progettare interventi locali attuali, dinamici e efficaci. In quest'ottica - ha detto Bagnoli - il CCSV dell'Emilia Romagna ha aperto un dialogo a livello regionale e provinciale con Istituzioni, Fondazioni bancarie e con tutti gli organismi che contribuiscono allo sviluppo di comunità".

"La domanda base da cui sono partiti tutti i ragionamenti dei gruppi di lavoro è stata: Quale sarà il Centro Servizi per il Volontariato del prossimo futuro?" ha spiegato Arnaldo Conforti, coordinatore del CSV di Parma e, insieme agli altri direttori dei CSV, facilitatore del percorso partecipato. "Non siamo più di fronte alla situazione degli anni '80 e '90 che si rivolgeva a una minoranza di cittadini in difficoltà. Ora ci troviamo di fronte a una maggioranza in grave difficoltà. E questo cambia sostanzialmente le cose. Diventa indispensabile che ogni persona si senta co-responsabile delle condizioni del proprio contesto sociale, che ci sia un impegno collettivo e una forte sinergia tra pubblico e privato. Per fare questo i soldi sono importanti ma non deve essere l'unica risorsa. Esiste un capitale umano, un patrimonio di esperienza e relazioni che posso compensare la riduzione di fondi. E il ruolo dei CSV nel mobilitare il capitale relazionale del proprio territorio credo sia indiscusso".

Maurizio Maggioni, coordinatore del CSV di Rimini, conferma: "la cosa da valorizzare è la capacità dei CSV di generare sinergie territoriali che sono in grado di creare innovazione sociale in maniera adeguata a un sistema che cambia e a problemi sociali trasversali".

Luca Fazzi, Professore di Sociologia all'Università di Trento aggiunge: "ho trovato il percorso del CCSV dell'Emilia Romagna molto all'avanguardia e opportuno perché, oggi, quello di cui abbiamo bisogno è soprattutto un progetto che ci consente non solo di resistere ai grandi cambiamenti che ci si stanno prospettando in modo sempre più radicale, ma anche di capire quale strada intraprendere per continuare a generare qualità di vita. Ciò che deve fare il CSV in questo sistema - ha aggiunto Fazzi - è capire di cosa ha bisogno il volontariato per diventare un agente di cambiamento e non uno strumento di cambiamento in mano ad altri soggetti territoriali. Rete, advocacy, innovazione progettuale sono il centro della strategia per il futuro del CCSV: una prospettiva evolutiva che può fare dei CSV delle vere e proprie case della comunità ossia i principali progettatori e animatori di comunità".

"Il mondo del volontariato può dare un contributo allo sviluppo" è la dichiarazione di Bernardino Casadei, program officer di fondazione erogativa ed esperto di filantropia, che esplicita ulteriormente le emergenze del welfare attuale e il ruolo che i CSV devono assumere: "Noi viviamo una situazione paradossale: da una parte, mancano le risorse e occorre trovare risposte a maggiori problemi; dall'altra, la nostra società è ricchissima dal punto di vista del capitale umano e delle risorse materiali. La soluzione, quindi, - ha spiegato Casadei - non sta nel trovare altri i fondi o una fonte finanziaria inesauribile, ma piuttosto nel trovare un nuovo catalizzatore che sappia mobilitare in maniera virtuosa queste enormi risorse che ad oggi rimangono inutilizzate. Il dono e il volontariato credo possano svolgere questo ruolo riuscendo a mettere insieme energie finora marginali e inesplorate dando una risposta ai bisogni della società e quindi contribuendo al suo sviluppo".

Stefano Tabò, presidente del Coordinamento Nazionale dei CSV (CSVnet) si trova in sintonia con il Coordinamento emiliano-romagnolo rispetto "alla tensione progettuale e all'assunzione di responsabilità dei CSV che non si sottraggono alla previsione di un cambiamento strutturale della propria identità e azione per mantenere la propria missione generativa. In un'epoca di grandi cambiamenti - ha detto Tabò - i CSV si devono fare promotori di un nuovo linguaggio del sociale per agire in maniera adeguata a una nuova realtà. Il volontariato ha bisogno di cambiare e i CSV devono essere pronti a sostenere questa istanza in maniera dinamica e concreta".

Angelo Morselli, presidente del CSV di Modena conclude in linea con i relatori che l'hanno preceduto: "il mandato dei CSV è cambiato ed è più evoluto e specifico rispetto al passato. I CSV sono chiamati, oggi, a vedere il mondo con occhi diversi e a trovare soluzioni efficaci attingendo al patrimonio di relazioni con il territorio che hanno maturato in questi anni di lavoro e che li distingue da altre agenzie e attori. Questa mattina il punto che è emerso chiaramente è che il treno è partito, il mondo è cambiato e indietro non si torna. Questo è il momento delle scelte, il volontariato possiede risorse e competenze indispensabili per stare in corsa".

Ha moderato la riflessione della mattinata Giancarlo Funaioli, vice coordinatore del CCSV e presidente del CSV di Bologna. Dal pubblico sono intervenuti tra gli altri: Teresa Marzocchi, Assessore alla Promozione delle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna, Maria Antonietta Stellati, presidente del CoGe Emilia-Romagna, Francesca Specchia, coordinatrice regionale della ConVol, Luca De Paoli, portavoce del Forum Regionale del Terzo Settore, Laura Groppi, portavoce dell'Osservatorio Regionale del Volontariato.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni