Stazioni impresenziate al volontariato. Accordo tra Trenitalia e Csvnet. Frequentemente ci capita di vedere stazioni ferroviarie abbandonate e con nostalgia le ricordiamo come luoghi di incontro di persone e sentimenti: l’attesa di un viaggio tanto desiderato, gruppi di studenti chiassosi, la consuetudine di un breve tragitto quotidiano, l’ansia per un ritardo annunciato ed un appuntamento a rischio, la corsa per un treno in partenza, vacanze e lavoro, gli adulti assonnati e pensierosi… (
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di Riccardo Andreini
Queste stazioni (circa 1700), ormai impresenziate ed alcune in progressivo degrado, sono poste spesso lungo linee ferroviarie secondarie, alcune in luoghi abitati di una certa grandezza, altre vicino a piccoli paesi, in campagna, magari in mezzo ad una natura rigogliosa e colorata come è quella toscana.
Ferrovie dello Stato (Fs), Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e Centri di Servizio (Csvnet) hanno attivato un
protocollo d’intesa per permettere al volontariato l’utilizzo di queste stazioni impresenziate al fine di recuperarle e trasformarle in spazi di utilità sociale. E’ stato così predisposto da Fs un elenco delle stazioni impresenziate della Toscana.
La procedura per richiedere l’utilizzo di una stazione è abbastanza semplice. Una volta che l’associazione ha individuato la stazione di proprio interesse è necessario che la stessa ne faccia richiesta, tramite il Cesvot, a Rfi di Firenze descrivendo a grandi linee il tipo di attività (l’idea progettuale) che la stessa ha intenzione di svolgervi all’interno. Rfi di Firenze si impegna in tempi ragionevoli a verificare sia la disponibilità della stazione che la fattibilità dell’idea progettuale (tenendo conto delle caratteristiche della struttura e dei suoi oggetti vincoli) e, sempre tramite il Cesvot, comunica all’associazione l’esito della verifica.
Questo primo passaggio è necessario perché l’elenco delle stazioni impresenziate predisposto da Fs non è aggiornato ed è possibile che alcune stazioni siano in realtà non più disponibili (magari nel frattempo già valorizzate in altre modalità, già impegnate con altre associazioni e/o enti, vendute). Tutto ciò in considerazione del fatto che Fs ha attivato a livello nazionale Protocolli d’intesa anche con altri coordinamenti ed istituzioni.
In caso di verifica positiva l’associazione può lavorare alla elaborazione di un progetto dettagliato utilizzando lo “Schema struttura per la presentazione del progetto” messo a disposizione da Fs e che dovrà essere inviato, accompagnato da una “Dichiarazione di interesse” e sempre tramite il Cesvot, alla sede di Csvnet di Roma, dove un Comitato di valutazione (Cdv) esaminerà il progetto. L’approvazione del progetto è il presupposto per la formalizzazione della messa in disponibilità dei locali nella forma di comodato d’uso gratuito o altra forma giuridica concordata tra le parti.
Proprio mentre sto scrivendo questo articolo mi giunge sulla scrivania la prima risposta di Rfi di Firenze rispetto alle richieste ad oggi presentate da 13 associazioni toscane: 5 stazioni impresenziate sono state dichiarate disponibili e le idee progettuali considerate fattibili. Inizia ora per queste associazioni il lavoro più impegnativo: elaborare un progetto di dettaglio da sottoporre all’esame del Cdv per trasformare queste strutture in spazi fruibili d’incontro e promozione del volontariato toscano.