La Regione Siciliana si dota dello strumento della Banca della Terra approvata nell ‘articolo 21 della Legge Finanziaria (LEGGE 28 gennaio 2014, n. 5.) , per rafforzare le opportunità occupazionali e di reddito delle aree rurali, per procedere alla valorizzazione del patrimonio agricolo forestale, con particolare riferimento a quello di proprietà pubblica e/o privata incolto e/o abbandonato nonché al fine di favorire il ricambio generazionale nel comparto agricolo, è istituito l’Albo denominato ‘Banca della Terra di Sicilia’, elenco periodicamente aggiornato dall’Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea contenente le informazioni relative alla consistenza, destinazione utilizzazione dei beni indicati nel copro dell’articolo nonché, in caso di assegnazione a terzi, i dati identificativi del concessionario, gli estremi, l’oggetto e la durata dell’atto di concessione.

di Francesco Cancellieri, Centro Educazione Ambientale Messina per greenreport.it

La Banca della Terra di Sicilia comprenderà:
  • a) i terreni e gli immobili della riforma agraria che permangono nella disponibilità dell’Ente di sviluppo agricolo (ESA) a conclusione della procedura di assegnazione di cui all’articolo 20 della stessa legge (interessante la possibilità di assegnazione dei c.d. Borghi Rurali);
  • b) i terreni e gli immobili del demanio forestale non strettamente funzionali all’espletamento dell’attività istituzionale dell’Amministrazione forestale regionale;
  • c) i terreni e gli immobili di proprietà dell’Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea e degli enti sottoposti a tutela e vigilanza dello stesso;
  • d) i terreni e gli immobili che gli enti locali e/o altri soggetti pubblici concedono in uso gratuito all’Amministrazione regionale;
  • e) i terreni e gli immobili che i privati concedono alla Banca della Terra di Sicilia secondo le modalità individuate nel regolamento riportato nello stesso art. 21.
Esistono già esperienze in Italia (ad esempio in Regione Toscana, e come riferisce l’ Assessore Gianni Salvadori nell’intervista rilasciata a Simone Pitossi di Toscana Oggi per la prima puntata del programma “Le radici del futuro”, dicembre 2012).

Riportiamo la discussione in Aula sull’approvazione dell’articolo 21 uno dei momenti piu’ alti e interessanti della discussione in Aula della Finanziaria Regionale (fonte Siciliano), come anche opportunamente sottolineato dal Presidente dell’ARS on.le Avv. Giovanni Ardizzone.

Ci chiediamo però se il progetto riuscirà a:
  • contrastare l’abbandono dei terreni e delle produzioni da parte dei soci di cooperative
  • mantenere ed incrementare la produttività dei terreni in abbandono
  • favorire il ricambio generazionale in agricoltura.
Indispensabile a ns. avviso la necessità di coinvolgere le cooperative operanti in diverse filiere (vitivinicola, olivicola olearia, florovivaismo, cerealicola) e prevedere l‘assegnazione dei terreni resi disponibili attraverso varie forme contrattuali, mantenendo pur sempre la centralità del ruolo delle cooperative in questi processi di mobilità fondiaria.

E preparare tutti quei meccanismi che prevedano la possibilità, attraverso clausole statutarie, regolamenti interni ed appositi contratti, per i soci delle cooperative di conferimento (ma anche per i terzi) che non vogliono continuare l’attività di coltivatori diretti, di concedere alla cooperativa (o ad altri soggetti del medesimo circuito ) per un determinato periodo temporale deciso dal socio, il proseguimento dell’attività agricola allo scopo di mantenerlo produttivo.

Come al solito poi tutto camminerà sulle “gambe” degli uomini di buona volontà … e speriamo siano … solide, ed in bocca al lupo all’Assessore Dario Cartabellotta per l’applicazione della norma in Sicilia!

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