Internet a misura di bambino: utopia oppure obiettivo concreto? L'Italia è uno dei cento paesi a celebrare da dieci anni a questa parte la giornata dell'Internet sicuro per l'infanzia. In programma in tutto il mondo l'11 febbraio, nel 2014 vede per la prima volta l'adesione degli Stati Uniti. (
http://www.euractiv.it/it/news/sociale/8622-minori-giornata-mondiale-dell-internet-sicuro.html)
Alessandra Flora
Il supporto americano, accompagnato dall'impegno di una trentina di colossi di Internet (la cosidetta "CEO Coalition") come Telecom Italia, Google e Apple a intercettare ed eliminare i contenuti pericolosi, rappresenta un passo avanti verso la una più fattiva collaborazione tra i governi nella lotta agli abusi onlinedi di ogni tipo nei confronti dell'infanzia.
Voluta fortemente dalla commissaria per l'Agenda Digitale, Neelie Kroes, l'iniziativa rientra nelle azioni promosse dal network europeo composto dai 28 paesi membri dell'Ue, cui si aggiungono Russia, Islanda e Norvegia.
Nel nostro paese Il centro italiano per l'Internet sicuro, chiamato "Generazioni connesse", è stato creato nel novembre 2012. Coordinato dal ministero dell'Istruzione, ne fanno parte Save the Children, Telefono Azzurro, il Garante per i diritti per l'Infanzia, in collaborazione con la cooperativa sociale EDI e con il Movimento Difesa del Cittadino.
Le "tagliole" per ragazzi e adolescenti che frequentano i social network sono dietro l'angolo, come emerge dall’ultima, preoccupante, indagine del centro di ricerca Ipsos per Save the Children, realizzata proprio in occasione del Safer Internet Day 2014. Un'indagine che sta scuotendo l'opinione pubblica e pone nuovi interrogativi alle famiglie e agli insegnanti su come recuperare un rapporto di fiducia con figli, nipoti e alunni.
Se un tempo erano "la strada" o i mezzi pubblici il luogo in cui si annidavano i pericoli maggiori, dovuti al contatto con lo sconosciuto, ora il problema entra direttamente in casa, nella tranquillità di una chat sul portatile o nella solitudine mobile del proprio smartphone. Di qui la necessità di progetti come il sito generazioni connesse, rivolto a genitori, educatori e ai ragazzi stessi, ma anche di iniziative di sensibilizzazione nelle scuole, promosse in questi giorni in tutta Italia.