La delegazione dell’opposizione siriana alla conferenza di Ginevra 2 ha consegnato al mediatore Lakhdar Brahimi il suo piano per il futuro della Siria. Secondo la Reuters il documento non contiene alcun riferimento all’attuale presidente Bashar al Assad, per ribadire la totale opposizione dei ribelli alla sua partecipazione a un eventuale governo di transizione. (http://www.internazionale.it/news/siria/2014/02/12/stallo-a-ginevra-bombe-su-yabrud/)

Secondo il piano il governo provvisorio dovrebbe innanzitutto far rispettare un cessate il fuoco, “stabilizzare il paese sotto la supervisione degli osservatori dell’Onu” ed espellere i combattenti stranieri schierati su entrambi i fronti. La delegazione del governo siriano non ha ancora commentato la proposta dei ribelli, ma ha ribadito che l’obiettivo della conferenza di Ginevra è la “lotta al terrorismo” e non il cambio di regime. Il secondo round di trattative, cominciato il 10 febbraio, è bloccato dalle divergenze tra le due parti sul futuro di Assad, come ha ammesso lo stesso Brahimi.

L’unico obiettivo raggiunto finora è stata l’estensione del cessate il fuoco che dal 7 febbraio ha permesso al personale delle Nazioni Unite e della Mezzaluna rossa siriana di mettere in salvo oltre un migliaio di civili dalla città vecchia di Homs, sotto l’assedio dell’esercito da 18 mesi. La delegazione del governo ha dichiarato di essere disposta a estendere ulteriormente la tregua.

Secondo Al Arabiya la Coalizione nazionale siriana (Cns), la principale organizzazione dell’opposizione siriana presente a Ginevra, ha affermato di avere le prove dei rapporti tra il governo siriano e lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil). Il gruppo armato, che afferma di essere legato ad Al Qaeada ma è stato recentemente sconfessato dal suo leader Ayman al Zawahiri, era inizialmente schierato con l’opposizione, ma a gennaio le tensioni con le altre fazioni sono sfociate in uno scontro armato che ha indebolito i ribelli. La Cns è convinta che molti combattenti dell’Isil siano in realtà agenti dei servizi segreti siriani e che l’Iran, principale alleato di Assad, abbia aiutato i jihadisti a introdursi in territorio siriano per mettere in difficoltà i ribelli, e vuole usare queste accuse per volgere le trattative a proprio favore.

Oltre il confine Intanto l’esercito siriano ha cominciato a bombardare Yabrud e sembra sul punto di lanciare un’offensiva contro l’ultimo villaggio in mano ai ribelli sui monti Qalamun, al confine con il Libano. Yabrud è determinante per il controllo della strada tra Damasco e Homs ed è il principale sbocco delle linee di collegamento con l’area libanese a maggioranza sunnita di Arsal, che sostiene i ribelli. Se l’esercito dovesse conquistarla i combattenti dell’opposizione sarebbero costretti a ritirarsi in territorio libanese, spiega Al Monitor, aumentando il rischio di un coinvolgimento del paese nel conflitto. Tra la zona di Arsal e i vicini villaggi a maggioranza sciita le tensioni e le violenze sono in aumento da settimane, riferisce l’Economist.

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