Tre lettere relative al mancato rispetto delle norme sull'assistenza di passeggeri disabili: nel mirino, terminal dei bus, navi e Fondo per i risarcimenti. L'Italia ha due mesi per rispondere: rischia il deferimento alla Corte Ue, per gli "inaccettabili ritardi"

ROMA - Nuova bacchettata all'Italia per la violazione dei diritti delle persone con disabilità: a richiamarci all'ordine è la Commissione europea, che dopo aver recentemente ripreso il Bel Paese per la mancata osservazione delle norme relative all'inclusione lavorativa, ora recapita a Roma tre lettere di messa in mora. Ad essere violati, questa volta, sarebbero i diritti dei viaggiatori disabili: o, almeno, è quanto risulta da indagini e scambi con le autorità italiane.

Autobus e pulman. La prima lettera riguarda i terminal di autobus e bus e, precisamente, l'obbligo di fornire ai viaggiatori disabili la necessaria assistenza. La responsabilità spetterebbe a un'autorità dei trasporti, che però in Italia non esiste: l'Italia ha quindi rimandato al ministero dei Trasporti il dovere di ricevere i reclami dei passeggeri. Il problema, però, è che il ministero non ha la possibilità di comminare sanzioni, quindi di fatto l'obbligo risulta in gran parte inosservato, così come il diritto dei passeggeri disabili a ricevere la necessaria assistenza.

Trasporti navali. Un simile problema riguarda i viaggiatori disabili che si spostano in nave: non è stata infatti ancora istituita l'autorità a cui questi possano rivolgersi per presentare reclami, nel caso in cui con vedessero rispettati i propri diritti. Eppure, è da oltre un anno che sono in vigore le nuove regole dell'Ue, le quali prevedono, tra l'altro, proprio l'assegnazione delle competenze all'Antitrust e alla nuova Autorità per i trasporti. Per la Commissione europea, quindi, "non è accettabile che l'Italia non abbia ancora preso tutte le misure necessarie".

Risarcimenti. La terza inadempienza riguarda il Fondo di garanzia per i risarcimenti ai consumatori in caso di fallimento dei tour operator: il fondo c'è, in Italia, ma è sempre stato dotato di risorse insufficienti. Basti pensare che, il 23 gennaio 2012, disponeva di appena 76,33 euro. Lo scorso agosto, quindi, l'Italia ha deciso di raddoppiare lo stanziamento annuo, passando da 200-230 mila euro a 400-460. per la Commissione, a fronte del gran numero di reclami ricevuti ogni anno, "è ovvio che i contributi saranno inadeguati". L'Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione: se non saprà farlo in modo soddisfacente, rischia il deferimento alla Corte Ue.

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