Il 10 febbraio sono ricominciati a Ginevra i colloqui di pace tra il regime siriano e l’opposizione, dopo l’evacuazione durante il fine settimana della città di Homs, sotto assedio dal giugno del 2012. (
http://www.internazionale.it/news/siria/2014/02/10/riprendono-i-negoziati-di-pace-sulla-siria/)
La prima sessione dei negoziati di pace si era conclusa il 31 gennaio senza nessun accordo tra le parti. Mentre per il governo la parola d’ordine era la lotta al terrorismo, l’opposizione chiedeva la formazione di un governo di transizione con pieni poteri dal quale fosse escluso il presidente Bashar al Assad, ipotesi respinta dal regime di Damasco.
Ma secondo l’inviato dell’Onu e della Lega araba Lakhdar Brahimi sono state poste le basi per il dialogo. Grazie alla mediazione delle Nazioni Unite è stato deciso di aprire un corridoio umanitario a Homs, la terza città della Siria e roccaforte dei ribelli assediata dall’esercito da più di 600 giorni.
A partire dal 7 febbraio, per tre giorni, circa 600 civili hanno lasciato le loro case scortati da operatori umanitari delle Nazioni Unite. L’8 febbraio la tregua è stata rotta e c’è stata una sparatoria in cui sono stati feriti quattro operatori umanitari. Le diverse fazioni si accusano a vicenda delle violenze.
Il 10 febbraio il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, nel corso di un’intervista a Rtl, ha annunciato che la Francia, in collaborazione con altri paesi, presenterà un progetto di risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere l’apertura di un corridoio umanitario per i civili bloccati in tutte le città siriane assediate.
Fabius ha definito “scandaloso il fatto che per molti giorni si sia discusso senza arrivare a nessun accordo, mentre nel frattempo le persone in Siria muoiono di fame”.
Da quando la guerra è cominciata, nel 2011, sono morti centomila civili e 9,5 milioni di persone hanno lasciato le loro case.