Prevenire lo spreco del cibo, non solo recuperarlo: un concetto alla base della strategia nazionale avviata in queste settimane dal Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando. Per prevenzione dello spreco alimentare si intendono "tutte le misure prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto". Il Piano Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti Italiano, adottato dal Ministero dell'Ambiente con decreto direttoriale del 7 ottobre 2013, ha affrontato per la prima volta in modo organico il problema degli sprechi alimentari in Italia, in sintonia con quanto indicato dalla Commissione Europea nella tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse. (http://csvnet.it/notizie/le-notizie/istituzioni/962-sprechi-alimentari-si-attiva-la-strategia-nazionale-del-ministero-dell-ambiente)

In questo contesto, contro il cibo che finisce nell'immondizia è stato istituito il PINPAS - Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, una misura urgente e non più rinviabile: se ne occupa il Gruppo di Lavoro coordinato dal presidente di Last Minute Market Andrea Segrè, docente all'Università di Bologna e promotore della campagna europea "Un anno contro lo spreco".

Della taskforce fanno parte numerosi enti pubblici, privati e della società civile, tra cui anche CSVnet, oltreché personaggi di rilievo quali la scrittrice Susanna Tamaro, in prima linea nella battaglia contro lo spreco, lo scienziato Vincenzo Balzani, la regista Maite Carpio, attiva nella solidarietà e fondatrice dell'onlus Agenda Sant'Egidio, l'attore e scrittore Giobbe Covatta, da sempre impegnato in iniziative di solidarietà.

La prima iniziativa concreta del PINPAS è la proclamazione della Giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, mercoledì 5 febbraio 2014. In questa occasione a Roma, al Tempio di Adriano, sono stati convocati gli Stati Generali di prevenzione dello Spreco Alimentare, una vera e propria Consulta composta da enti, associazioni, organizzazioni e imprese. Tutti gli attori della filiera e le organizzazioni attive nella lotta agli sprechi alimentari disposti dare il proprio contributo sono stati chiamati a esprimere indicazioni e buone pratiche per ridurre gli sprechi di cibo e la produzione di rifiuti, in vista della definizione del PINPAS, la cui presentazione è prevista per la primavera 2014.

I lavori, alla presenza e con l'intervento del Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, sono stati introdotti e coordinati dal presidente di Last Minute Market Andrea Segrè. Sono intervenuti alcuni componenti del Gruppo di lavoro del PINPAS: Susanna Tamaro, Vincenzo Balzani, Giobbe Covatta.

Durante l'incontro sono stati illustrati i dati relativi a questo fenomeno. I numeri dello spreco alimentare nel mondo e nel nostro Paese sono inaccettabili. Secondo il Rapporto 2013 sullo spreco domestico di Waste Watcher (l'Osservatorio di Last Minute Market con Swg e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell'Università di Bologna) ogni famiglia italiana butta in media circa 200 grammi di cibo la settimana: il risparmio complessivo possibile ammonterebbe dunque a circa 8,7 miliardi di euro.

Secondo i monitoraggi di Last Minute Market, inoltre, in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall'industria agro-alimentare e più di 300mila tonnellate dalla distribuzione. Non è un caso, dunque, che negli ultimi sei mesi sia aumentata la sensibilità degli italiani intorno al tema degli sprechi: lo certifica il primo sondaggio 2014 di Waste Watcher. Le rilevazioni effettuate nel 2013 registravano che il 45% degli italiani aveva sensibilmente diminuito lo spreco del cibo acquistato e poi sprecato rispetto al 2012.

Oggi quel dato è salito al 52%, sette punti percentuali che testimoniano una maggiore attenzione nella politica familiare nella spesa alimentare. Evidentemente, l'obiettivo che gli italiani si danno nel 2014 è di "contingentare" il costo dello spreco domestico. Per questo, probabilmente, abbiamo smesso di irrigidirci davanti alla data di scadenza dei prodotti: oggi il 63% degli intervistati dichiara che, quando il cibo è scaduto, controlla se effettivamente è andato a male oppure è ancora buono, e cerca comunque di riutilizzarlo.

Il raffronto con il dato dell'anno scorso (55%) denota un'attenzione e una concentrazione decisamente superiore da parte degli italiani nell'evitare anche i più piccoli sprechi.

Attenzione che si riverbera nelle abitudini di acquisto: mai o raramente gli italiani acquistano prodotti che non piacciono e sono quindi a rischio spreco (70%), comperano confezioni troppo grandi (64%), comprano cibo che va a male (63%) o fa la muffa (62%), esagerano nel fare la spesa (59%) o cucinano troppo cibo (58%).

Fra i suoi obiettivi primari PINPAS riprende alcune richieste della Risoluzione 2012 del Parlamento Europeo: dimezzare lo spreco alimentare entro il 2025 e sollecitare l'istituzione dell'Anno Europeo contro lo spreco alimentare. In questa direzione potrà avere un ruolo fondamentale l'Italia nel semestre di presidenza del Parlamento Europeo, anche in vista del 2015, anno dell'Expo.

Il Pinpas ambisce a produrre soluzioni concrete ed efficaci in termini di riduzione alla fonte della quantità di cibo che finisce tra i "rifiuti" sul breve, medio e lungo periodo. L'obiettivo è raggiungere entro il 2020 una riduzione del 5% dei rifiuti per unità di Pil dei rifiuti urbani, del 10% di quelli pericolosi e del 5% di quelli speciali.

Fra gli strumenti di cui si doterà PINPAS per conseguire questi obiettivi rientrano l'elaborazione di un piano di comunicazione finalizzato a sensibilizzare i cittadini italiani sul tema dello spreco alimentare, la definizione di obiettivi di riduzione dello spreco per ogni anello della filiera e il monitoraggio periodico dei risultati raggiunti. Attraverso la promozione della prima campagna di sensibilizzazione nazionale contro lo spreco alimentare in Italia, il Pinpas potrà incidere anche sul piano domestico, fra il frigorifero e la pattumiera di casa, dove lo spreco alimentare arriva a toccare lo 0,5 % del Pil.

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