Azzerare il sistema adozioni internazionali e ripartire da capo. Le leggi esistono, ma non sono applicate nello spirito del legislatore. E' quanto propone e denuncia il coordinamento degli enti "Oltre l'adozione", di cui l'associazione AiBi fa parte, alla Conferenza sulla Famiglia che si apre oggi a Firenze. Marco Griffini, presidente dell'associazione, interverrà con una serie di proposte, anche sull'affido familiare, nel corso della Tavola rotonda del gruppo di lavoro "La famiglia che accoglie".
"La responsabilità della crisi delle adozioni è da ricercare negli enti autorizzati, per come hanno gestito il sistema nei sette anni da quando esiste la Commissione adozioni - dice Cinzia Bernicchi, portavoce di "Oltre l'adozione" - Occorre dunque ripartire da capo, pretendendo nuovi requisiti per gli enti autorizzati, che potrebbero aver dimensione regionale".
In un quadro di crisi dell'adozione internazionale - poco più di 3mila adozioni l'anno a fronte di decine di migliaia di famiglie italiane con decreto di idoneità e dunque pronte a accogliere un bambino - le proposte di Aibi e Oltre l'adozione mirano a snellire il sistema e soprattutto a far sì che sempre più bambini abbandonati possano essere accolti da famiglie italiane.
Ecco alcune delle proposte:
- Soggiorni solidaristici, ma finalizzati all'adozione: Aibi è contraria ai viaggi solidaristici per i bambini orfani. Le vacanze tuttavia dovrebbero essere utilizzate a scopo di adozione, come momento di affidamento pre-adottivo, su coppie però accuratamente selezionate e formate.
- Adozione europea: i diritti del minore devono essere tutelati anche in ambito comunitario; un bambino italiano potrebbe essere adottato da una coppia francese e così via. L'associazione sta lavorando perché l'adozione europea sia riconosciuta come una opportunità in più da offrire al bambino abbandonato.
- Kafala: il problema del riconoscimento della kafala, strumento di tutela del minore abbandonato nei paesi musulmani, riguarda ormai sia le famiglie islamiche, sia quelle italiane. Oggi le famiglie marocchine che vivono in Italia e' preclusa la possibilità di accogliere un minore abbandonato nel loro paese di origine; inoltre è impossibile dare l'opportunità' di una famiglia alle migliaia di bambini abbandonati che non trovano genitori nei paesi islamici.
- E' necessaria una "regionalizzazione" dell'adozione internazionale, attraverso la quale gli enti locali, in convenzione con gli enti autorizzati, offrano un servizio di supporto, formazione e accompagnamento della famiglia.