La scorsa settimana è stato firmato un cessate il fuoco fra le fazioni che dal 14 dicembre scorso si combattono aspramente nel Sud Sudan, ma non cessa l'allarme per la condizione della popolazione coinvolta. (
http://www.unicef.it/doc/5287/sud-sudan-corsa-contro-il-tempo-per-sventare-le-epidemie.htm)
L'UNICEF ha lanciato in questo giorni un nuovo allarme per la situazione umanitaria che si registra nei dintorni della città di Bor (nello Stato del Jonglei) e in altre città della Federazione sud-sudanese.
Ben 30 bambini sono morti per una epidemia di morbillo esplosa nel PoC (Protection of Civilians) di Bor. I PoC sono accampamenti improvvisati dai civili in disperata ricerca di sicurezza intorno alle basi dei caschi blu dell’UNMISS, la missione di pace nel Sud Sudan.
A Bor un team di 5 specialisti dell'UNICEF è rimasto nella sovraffollata tendopoli , operando giorno e notte e formando altri 10 team di operatori sanitari locali: grazie a questo intervento, in 72 ore 4.000 bambini sono stati vaccinati contro morbillo e poliomielite, e hanno ricevuto dosi di vitamina A.
Un inferno per i bambini, un incubo per gli operatori umanitari
L'UNICEF è una delle pochissime agenzie umanitarie che sono riuscite a entrare a Bor in questi giorni a causa delle condizioni di assoluta insicurezza. Nelle ultime ore, sono segnalate frequenti rotture della tregua e nuovi focolai di combattimenti.
«Questi bambini sono sopravvissuti a un sanguinoso conflitto soltanto per rischiare di morire in questo inferno» afferma Dermot Carty, Vice-direttore UNICEF per le Emergenze. «Se non riusciremo a raggiungerli con aiuti umanitari, questo rischio diventerà certezza.»
Bor dista solo 193 chilometri dalla capitale sud-sudanese Juba, ma la strada è diventata la linea del fuoco del conflitto ed è estremamente rischioso percorrerla. Le infrastrutture sanitarie della città, come in altre parti del paese, sono state in gran parte distrutte, e le scorte saccheggiate.
La campagna di vaccinazioni è iniziata dopo che
due voli dell’UNICEF hanno trasportato a Juba la scorsa settimana 70 tonnellate di aiuti per donne e bambini: antibiotici, farmaci contro malaria, polmonite e altre malattie, vaccini e attrezzature per trasportarli a temperatura controllata, micronutrienti, vitamine, kit ostetrici, acqua, tende, coperte e teli impermeabili.
Oltre a Bor, sono in corso vaccinazioni a Nimule, Tomping e Lankien: in queste località sono stati complessivamente vaccinati circa 23.000 bambini, ma l'obiettivo della campagna dell'UNICEF è di vaccinare contro morbillo e polio 180.000 bambini sotto i 15 anni.
Nel Sud Sudan, dopo cinque settimane di combattimenti, si registrano 650.000 sfollati, concentrati soprattutto nel nord-est del Paese (Stati dell'Upper Nile, di Jonglei e dello Unity). Almeno altri 123.000 abitanti sono fuggiti negli Stati confinanti: Uganda, Etiopia, Sudan e Kenya.
L'UNICEF e le altre organizzazioni umanitarie presenti sul posto sono finora riuscite a raggiungere con qualche forma di aiuto circa 281.000 sfollati, di cui oltre un quarto sono accampati nei PoC all'esterno delle basi militari dell'UNMISS.
Per gli interventi più urgenti in questa gravissima crisi umanitaria, l’UNICEF stima necessari 32 milioni di dollari.