A New York l’incontro tra Andrea Orlando e Ban Ki-Moon. Dopo l’accordo in chiaroscuro sugli obiettivi energetici e climatici da poco sanciti dalla Commissione europea il dibattito sul cambiamento climatico torna alla ribalta dell’attenzione internazionale grazie all’ottava sessione del Gruppo di lavoro intergovernativo sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, in corso a New York. Tra gli invitati il ministro dell’Ambiente italiano Andrea Orlando (nella foto), che da par suo ha provato a rilanciare l’altalenante impegno italiano sul fronte del cambiamento climatico con un’ambiziosa proposta rivolta direttamente al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon: un’imposta globale che vada a incidere direttamente sulle emissioni di gas serra. Una carbon tax globale.

Si tratta di una proposta particolarmente interessante perché mette nel mirino tutti i soggetti economici che rientrano sotto la sfera d’azione dell’Onu e, dunque, in pratica ha come campo d’azione l’intero mondo economico. Efficaci piani d’azioni contro un problema globale come il cambiamento climatico, d’altronde, possono avere un effetto incisivo solamente a questo livello. «Crediamo fermamente in un dialogo multi-stakeholders – ha dunque precisato Orlando – capace di creare le condizioni per l’identificazione e l’attuazione di soluzioni di sostenibilità. Da parte nostra, come rappresentanti dei Governi, abbiamo la responsabilità di fornire un quadro normativo solido e stabile che non solo garantisca, ma anche stimoli gli investimenti privati in sostenibilità».

Partendo da questi presupposti, il ministro dell’Ambiente si è lanciato nella sua personale proposta d’intervento ad ampio raggio. «In linea con i target condivisi in ambito europeo per il 2030 – ha spiegato Orlando – si può accelerare il processo di decarbonizzazione dell’economia attuando una serie di misure a livello globale, tra cui definire un programma di progressiva sostituzione di combustibili e tecnologie ad alto contenuto di carbonio; stabilire una “carbon tax” globale; permettere il superamento delle barriere tariffarie alla diffusione delle tecnologie a basse emissioni; assicurare la protezione della proprietà intellettuale a favore dei produttori delle tecnologie a basse emissioni; creare misure finanziarie e di cooperazione tecnologica di supporto alle economie emergenti e ai Paesi in via di sviluppo per realizzare le infrastrutture necessarie per modificare il sistema energetico».

Si tratta di una posizione forte, che assume particolare rilevanza in quanto all’ordine del giorno dell’incontro Onu c’erano anche l’impegno dell’Italia in qualità di presidenza dell’UE nel secondo semestre del 2014 e la gestione di importanti appuntamenti internazionali quali il Foro Politico di Alto Livello sui Cambiamenti Climatici, la III Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sulle piccole isole in via di sviluppo, i negoziati sui cambiamenti climatici, sulla definizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e sull’avvio dei negoziati sul Post-2015.

In materia di cambiamenti climatici uno dei primi appuntamenti che come presidente di turno dell’Unione l’Italia si troverà ad affrontare – sottolinea il dicastero italiano – è l’Evento di Alto livello sul Clima convocato dal Segretario Generale Ban Ki-moon che si terrà a New York il 23 settembre 2014. «L’Italia appoggia con grande convinzione questo vertice sposandone in pieno gli obiettivi e le modalità», ha detto il ministro Orlando al Segretario Ban Ki-Moon annunciando anche il contributo finanziario del nostro Paese alla realizzazione del vertice. Un appuntamento importante, che dopo i continui fallimenti e compromessi al ribasso della politica internazionale sul fronte della lotta al cambiamento climatico rimane un osservato speciale agli occhi degli ambientalisti di tutto il mondo.

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