E’ la norma che intende cambiare il sistema di welfare (e non solo) del Regno Unito. Un provvedimento che incide profondamente sulle modalità di assegnazione dei servizi pubblici a favore di fornitori privati, puntando non solo sulla valutazione economica ma anche (e soprattutto) sulla produzione di valore sociale.
Il
“social value act” prevede infatti di premiare le proposte di gestione in tutte le assegnazioni pubbliche che sono in grado di operare “al massimo rialzo” per quanto riguarda la generazione di benefici sociali a favore di una pluralità di soggetti: da un utilizzo estensivo di percorsi di inserimento lavorativo per fasce deboli, alla ridefinizione del design dei servizi affinché siano più efficace sul fronte sociale. Il tutto in un’ottica volta a superare il carattere episodico di queste “esternalità positive”, facendo in modo che il valore sociale aggiunto da ciascun gestore dei servizi pubblici faccia da riferimento storico per le future gare, innescando così il più classico dei circuiti virtuosi.
Certo, come dimostrano i dati di
alcune indagini che ne hanno monitorato l’implementazione, il Social Value Act procede a rilento. Non tanto per la mancanza di buona volontà sia sul versante di chi commissiona i servizi sia di chi si candida a gestirli. Si tratta piuttosto di un problema di accompagnamento che, ancora una volta, riguarda la determinazione degli indicatori con cui misurare il valore sociale prodotto. I nodi vengono al pettine, nel momento in cui la misurazione sociale non è più fine a se stessa, ma contribuisce a orientare in modo consistente scelte strategiche e di business.
Forse è giunto il tempo di parlare di valore sociale anche nel welfare italiano. Visto che la strada della riforma della norma di legge sull’impresa sociale è stata, ancora una volta, bloccata. Meglio ripartire da riforme che sblocchino il settore sul lato dei mercati. E il mercato pubblico della protezione sociale, per quanto in ridimensionamento, rappresenta (e probabilmente rappresenterà) un importante leva per favorire lo sviluppo di nuova imprenditorialità (sociale e non) nel nostro paese.
Se il tema interessa ecco una
veloce guida al Social Value Act (in inglese). E per chi volesse dibatterne segnaliamo il
Forum della nostra rivista Impresa Sociale curato da Andrea Vecci.
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