Ogni bambino conta”: è quanto sottolinea l’UNICEF, che oggi presenta il suo nuovo rapporto "La condizione dell'infanzia nel mondo 2014“, ricchissimo delle statistiche più aggiornate su tutte le dimensioni dell'infanzia (
vedi la scheda dati). (
http://www.unicef.it/doc/5290/rapporto-unicef-2014-ogni-bambino-conta.htm)
«Nel mondo sono 2,2 miliardi i bambini e gli adolescenti, che rappresentano il 31% della popolazione mondiale. Contarli li rende visibili, e identificarli permette di rispondere alle loro necessità e promuovere i loro diritti attraverso maggiori impegni e innovazioni» ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera.
90 milioni di vite salvate...
Il rapporto odierno, il più importante tra le pubblicazione istituzionali dell’UNICEF, rileva che:
- circa 90 milioni di bambini sarebbero morti prima del quinto anno di vita, se il tasso di mortalità infantile fosse rimasto ai livelli del 1990. In gran parte, questo risultato dipende dai progressi nel campo delle vaccinazioni, della salute, dell’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari
- Dal 1990 il miglioramento nell'alimentazione ha ridotto del 37% il ritardo nella crescita (malnutrizione cronica).
- L’iscrizione alla scuola primaria è aumentata anche nei paesi meno sviluppati. Nel 1990 solo il 53% dei bambini in questi paesi era ammesso a scuola; dal 2011 il tasso ha raggiunto l’81%.
...ma permangono gravi disparità
Le statistiche del rapporto si soffermano anche sulle gravi violazioni sui diritti dei bambini:
- Nel 2012, 6,6 milioni di bambini sotto i 5 anni – 18.000 ogni giorno – sono morti per cause che si sarebbero potute prevenire
- 15% dei bambini svolge un lavoro che lede il diritto all'istruzione, allo svago e alla protezione dallo sfruttamento
- 11% delle giovani donne si sono sposate prima di aver compiuto 15 anni, correndo così seri rischi per la propria salute, istruzione e tutela.
I dati rilevano inoltre divari e diseguaglianze, mostrando come i traguardi dello sviluppo non siano distribuiti uniformemente:
- nelle famiglie più povere ci sono tre probabilità in meno, rispetto a quelle nei paesi più ricchi, di essere assistiti alla nascita da un operatore qualificato
- In Niger, il 39% delle famiglie rurali ha accesso all’acqua potabile rispetto al 100% delle famiglie urbane
- In Ciad, per ogni 100 ragazzi che frequentano la scuola secondaria, sono appena 44 le ragazze iscritte.
Contare per includere
«I dati hanno un’importanza cruciale perché rendono possibile le azioni necessarie per salvare e migliorare la vita di milioni di bambini, soprattutto quelli più poveri» spiega Tessa Wardlaw, responsabile del settore Dati e Analisi all'UNICEF. «Potremo fare ulteriori progressi soltanto se sapremo quali sono i bambini più trascurati, in quali aree i bambini e le bambine non frequentano la scuola, dove dilagano le malattie o dove mancano strutture igienico-sanitarie di base.»
Da quando, nel 1989, è stata approvata la
Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e soprattutto con l'approssimarsi della scadenza degli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio (2015), sono stati realizzati importanti progressi. Tuttavia, i dati rilevano anche carenze e diseguaglianze, mostrando come i traguardi dello sviluppo non siano distribuiti omogeneamente.
Inoltre, le innovazioni nella raccolta dati, nell’analisi e nella diffusione rendono possibile disaggregare i dati in base ad alcuni indicatori, quali la posizione geografica, il livello di benessere, il sesso, l'appartenenza etnica o la disabilità, al fine di includere nelle statistiche anche i bambini che sono stati esclusi o trascurati.
Sei interessato alle statistiche sull'infanzia? Visita
Childinfo.org, il sito dell'UNICEF interamente dedicato ai dati
Investire nell'innovazione per non dimenticare nessun bambino
Il rapporto richiede maggiori investimenti nell'innovazione, in modo da evitare e correggere gli errori che producono esclusione sociale.
Per prevenire l'esclusione si deve cominciare dall'impiego di dati inclusivi. Per migliorare l’acquisizione, la disponibilità e l’affidabilità dei dati sulle deprivazioni che i bambini e le loro famiglie devono affrontare, gli strumenti di raccolta e analisi devono essere costantemente migliorati – e ne vengono sviluppati di nuovi. Ciò richiederà investimenti e impegni, sottolinea il rapporto.
Molte delle informazioni che abbiamo sulla situazione dei bambini sono il risultato di indagini realizzate a domicilio, in particolare le Indagini su campione a indicatori multipli (MICS).
Definite e supportate dall’UNICEF, le rilevazioni MICS sono condotte dalle autorità statistiche nazionali e raccolgono dati disaggregati su una gamma di argomenti che riguardano la sopravvivenza dei bambini, lo sviluppo, i diritti e i comportamenti.
A oggi, le indagini MICS sono state condotte in più di 100 Stati. Le ultime indagini sono state realizzate attraverso interviste che sono state condotte in più di 650.000 famiglie in 50 Stati.
«Sono passati 30 anni da quando, con il suo rapporto annuale "La Condizione dell'infanzia nel mondo", l’UNICEF ha iniziato a pubblicare statistiche a livello globale e nazionale, per fotografare la situazione dei bambini nel mondo» ricorda ancora il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera.
«Con il lancio di un’edizione del rapporto dedicata ai dati, l’UNICEF invita i decision-makers e l’opinione pubblica a guardare e utilizzare queste statistiche per realizzare un cambiamento positivo per i bambini. Certamente, da soli i dati non possono cambiare il mondo: tuttavia essi rendono possibile il cambiamento, identificando i bisogni, sostenendo i diritti e misurando i progressi.