Si avvicina il semestre italiano e la scadenza delle elezioni europee. E’ necessario fissare alcuni punti di un’agenda di ampio respiro in grado di rilanciare l’area del mondo (l’Unione Europea) che in questo momento fa più fatica ad agganciare il treno della ripresa e di uno sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile. Su questi sette punti il nostro paese può riprendere l’iniziativa recuperando con una nuova classe politica la reputazione e credibilità perdute nel corso degli ultimi anni. (http://felicita-sostenibile.blogautore.repubblica.it/2013/12/30/sette-punti-per-il-rilancio-del-paese-in-europa/)

Di Leonardo Becchetti


1. Perché la Ue non intasca il “dividendo monetario” della globalizzazione ? Ovvero la possibilità di lanciare politiche di quantitative easing che non hanno effetti su inflazione ma stimolano la domanda interna ? Negli USA la Fed mette al centro la riduzione della disoccupazione e ha ottenuto risultati lusinghieri sia in termini di PIl che di riduzione della disoccupazione. E noi quale BCE vogliamo in futuro?

2. Il fiscal compact è una camicia di forza e ci impone uno sforzo di risanamento difficilissimo che diventa quasi impossibile con politiche monetarie e fiscali UE non espansive che aumentano il rischio di deflazione. Quali sono le politiche fiscali e monetarie ottimali per la UE per aiutare il riequilibrio dei paesi del Sud ? E cosa possiamo fare per promuovere la loro adozione a livello comunitario approfittando del semestre italiano?

3. Come riformare la finanza globale per metterla più al servizio dell’economia reale per evitare nuove crisi globali o nuovi casi MontePaschi ? Negli USA è stata approvata la Volcker Rule. Da noi un buon passo avanti con la vigilanza unica europea ma come si può chiedere ai depositanti di pagare per le crisi bancarie se le banche possono usare i loro soldi per fare trading in proprio ? Quali sono gli effetti dei progetti di Tobin Tax e delle sue possibili diverse versioni a livello italiano ed europeo ? Il mondo del trading online si oppone fortemente ma il trading ad alta frequenza è un settore produttivo o un’attività che mette a rischio i patrimoni di famiglie, imprese, territori e paesi perché, come insegna la letteratura finanziaria, non si vince col banco e non si batte il mercato?

4. Evasione ed elusione fiscale costano ogni anno 1 trilione all’UE e 180 miliardi a noi. I 60 miliardi di evasione delle grandi imprese sono aggredibili con iniziative quali country by country reporting, beneficial ownership, scambio di informazioni tra autorità fiscali e criteri minimi di trasparenza fiscale come soglia per partecipare agli appalti. La piccola evasione agendo sulla soglia del contante. Quale l’impegno italiano nel semestre UE su questi temi per rilanciare un’iniziativa coordinata a livello comunitario che ci metta al livello degli standard d’oltreoceano?

5. Di fronte alla concorrenza del costo del lavoro dei paesi poveri ed emergenti nella globalizzazione l’Italia deve puntare su fattori competitivi non delocalizzabili (qualità tecnologica, genius loci ovvero fattori legati al territorio, patrimonio artistico, culturale e ambientale) con misure premiali per valore sociale ed ambientale delle sue filiere. Con quali strategie e misure la politica può aiutare questo percorso?

6. Per migliorare il sistema paese, ricostruire credibilità e reputazione ed arrivare ai livelli di eccellenza dei benchmark del nord Europa dobbiamo agire sui 50 spread reali tra Italia e Germania (efficienza giustizia e PA, banda larga, istruzione, lotta alla corruzione,..). Come intervenire e con quali priorità monitorando i nostri progressi da questo punto di vista?

7. Il governo teme che i movimenti no slot possano ridurre il perimetro dei guadagni erariali dal gioco. Qual è la vera contabilità in entrata e in uscita dell’azzardo. E i costi/benefici economici e sociali del fenomeno ? Fondare lo sviluppo sulle basi malferme dell’azzardo aumenterà il benessere e la soddisfazione degli italiani?

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