Guerini, Federsolidarietà Confcooperative «La cooperazione è forma d’impresa finalizzata al bene comune. All’Europa chiediamo politiche di sviluppo». (http://www.confcooperative.it/txtlstvw.aspx?LstID=c30e25e5-d623-487d-8316-a0d522a54a31)

«La cooperazione sociale italiana è uno dei modelli più importanti di impresa sociale. In Italia ci sono 12.000 cooperative sociali e consorzi. Gli occupati sono oltre 365.000 e sono cresciuti del 115% in 10 anni e negli anni della crisi lo sviluppo non si fermato. Anche negli ultimi anni sono nate nuove cooperative sociali in particolare nei settori più innovativi: il sostegno alla non autosufficienza, la riqualificazione urbana, il turismo e l’agricoltura sociale». Lo ha detto Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà – Confcooperative a "Social Entrepreneurs: Have Your Say!" (Imprenditori sociali: prendete la parola) svoltasi a Strasburgo.

È l’evento europeo che riunisce gli attori principali delle imprese sociali il cui compito è quello di indicare le future priorità d'azione e scrivere l'agenda europea dell’economia sociale per i prossimi anni. Intervengono ai lavori il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, oltre ai commissari Michel Barnier e Laszo Andor. La due giorni si chiude con una “Dichiarazione di Strasburgo” in cui si mettono in evidenza le proposte per l’Unione Europea che nel 2014 rinnova i propri rappresentanti. Sono 150 i rappresentanti di cooperative sociali italiani presenti alla conferenza di Strasburgo.

«Le cooperative sociali italiane in particolare – ha aggiunto Guerini - negli ultimi anni hanno dato risposte innovative ai bisogni emergenti, e “scoperte” del welfare tradizionale, che la crisi economica ha fatto crescere: le nuove povertà di chi ha perso il lavoro, la richiesta dei giovani di crearsi un lavoro in cooperativa, l’invecchiamento di una quota crescente della popolazione complessiva che da un lato fa emergere l’importanza di progetti di invecchiamento attivo e dall’altra il fenomeno della non autosufficienza».

«La crescita e il progresso dell’Europa non si possono realizzare senza equità e giustizia. La coesione sociale – ha continuato Guerini – è un fattore di sviluppo che le imprese (sociali) perseguono con un’intensa e una maggiore “diffusione pubblica dei benefici” rispetto alle imprese ordinarie».

«Occorre una vera e autentica politica industriale europea per lo sviluppo dell’impresa sociale.. La politica europea sui beni comuni rappresentano l’ambito principale per la crescita delle imprese sociali. Serve, inoltre, realizzare una politica fiscale specifica che consenta alle imprese sociali di vedere valorizzata la loro funzione benefica per la collettività, riconoscendo condizioni che consentano di valorizzare la loro funzione sociale con una forma adeguata di tassazione».

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