Beni confiscati alla criminalità organizzata diventano occasione di sviluppo del Mezzogiorno, attraverso l’avvio di attività economiche e il rafforzamento di iniziative esistenti. Sono stati individuati con questa finalità gli 11 progetti “esemplari” sostenuti dalla Fondazione CON IL SUD attraverso il Bando Beni Confiscati 2013, rivolto alle organizzazioni del volontariato e del terzo settore delle regioni meridionali. (
http://www.fondazioneconilsud.it/news/leggi/2014-01-13/bando-beni-confiscati-selezionati-11-progetti/)
Gli interventi coinvolgono nelle partnership di progetto complessivamente circa 70 organizzazioni diverse tra cooperative sociali, associazioni, istituzioni locali, imprese sociali e istituti scolastici. Ogni iniziativa è stata finanziata in media con più di 290 mila euro, per un’erogazione complessiva della Fondazione CON IL SUD di oltre 3,2 milioni di euro.
La destinazione dei beni confiscati a usi sociali e di pubblica utilità può e deve riuscire a produrre effetti importanti nelle regioni meridionali. La restituzione alle comunità di quanto ad esse è stato sottratto con la violenza, infatti, non ha soltanto un forte valore simbolico, etico e civico, ma può divenire volano per lo sviluppo economico e sociale dei territori, per creare occupazione, per combattere il disagio sociale, per favorire l’integrazione. Per questo la Fondazione CON IL SUD ha deciso di proseguire l’impegno per il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie privilegiando soprattutto la partecipazione e il coinvolgimento delle comunità locali e gli aspetti legati all’autosostenibilità delle iniziative.
In Campania saranno avviati quattro progetti: “Integra” (promosso dall’ Associazione Movimento Consumatori Campania a Santa Maria la Fossa, CE), per l’avvio di un’attività per la produzione di latte biologico da allevamento bufalino su terreni confiscati al boss Schiavone e l’inserimento lavorativo di immigrati; “P.I.e L – Produciamo Integrazione e Libertà” (promosso dall’ Associazione di volontariato medico sociale Jerry Essan Masslo a Castel Volturno, CE), per il rafforzamento delle attività, soprattutto di commercializzazione, di una sartoria sociale già esistente su un bene confiscato al clan dei Casalesi; “Via Giacosa” (promosso dalla cooperativa sociale Agropoli a Casal di Principe, CE), che consentirà l’apertura, su un bene confiscato al boss dei Casalesi Mario Caterino, di un ristorante-pizzeria gestito da NCO – Nuova Cucina Organizzata che offrirà anche servizi mensa e di catering promuovendo l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate; “Maglificio 100 e Quindici Passi” (promosso dalla cooperativa sociale Oasiproject a Quindici – AV), per l’avvio di un laboratorio artigianale di maglieria all’interno della villa dei Graziano, clan della malavita locale.
Tre i progetti in Puglia: “A fin di bene” (promosso dall’ Associazione Volontari Emmanuel a Cerignola, FG), che darà inizio ad un’attività per la produzione dell’olio (coltivazione di uliveti e spremitura) coinvolgendo persone svantaggiate e a percorsi di riabilitazione psico-motoria per disabili sui terreni e spazi di “Villa San Luigi”; “La credenza. Space & Food della legalità” (promosso dall’Arci Bari), per avviare un’impresa culturale e turistica in un bene confiscato nel centro del capoluogo pugliese, trasformandolo in luogo di ristoro e di formazione, con corsi di cucina locale e multietnica e attività di accompagnamento al lavoro per giovani e donne; “Villa Artemisia” (promosso a Bari dalla cooperativa sociale C.A.P.S), che trasformerà l’omonimo bene confiscato in “Officina Sociale”, struttura di accoglienza e formazione per neomaggiorenni ex minori non accompagnati e immigrati, che avranno la possibilità di muovere i primi passi nel mondo del lavoro attraverso stage nell’eco-ostello e nell’orto sociale della Villa.
In Sicilia saranno avviati tre progetti: “Cambio Rotta” (promosso dal Consorzio Ulisse ad Altavilla Milicia, PA) realizzerà, nella bellissima residenza estiva confiscata ad un imprenditore affiliato a Cosa Nostra, la Scuola Internazionale di Cucina del Mediterraneo, ristorante che ospiterà workshop formativi di chef provenienti da diversi paesi del Mediterraneo divenendo quindi anche centro propulsore del dialogo interculturale. Con “La Casa della Cooperazione” (promosso a Palermo da CISS – Cooperazione Internazionale Sud Sud) all’interno di un bene confiscato alla mafia nascerà un Cafè Solidale, con la vendita di prodotti a filiera corta ed equo solidali, spazi di studio, lavoro, co-working, attività culturali, ricreative e di formazione, oltre a sportelli informativi per donne e giovani. “Progetto D.r.a.g.o – Developement Resources Agricultural Growth Organic” (promosso dall’ Associazione Laboratorio della Legalità a Corleone, PA), infine, permetterà l’avvio di attività formative, turistiche e produttivo-imprenditoriali su due beni confiscati ai boss Provenzano e Lo Iacono. Accanto al “Museo della Legalità”, dove saranno esposti e messi in vendita i legumi coltivati sui terreni confiscati e confezionati all’interno di un altro bene confiscato, interventi formativi coinvolgeranno giovani immigrati, accompagnati in percorsi di inserimento lavorativo e avvio di start up.
In Calabria, invece, sarà avviato “W & W. Welcome & Willkommen” (promosso dall’Associazione Amici del Tedesco a Cutro, KR e Cropani, CZ), che trasformerà due beni confiscati alla criminalità organizzata in un ostello per gruppi di turisti e in un centro di accoglienza e promozione turistica. Nella partenesrhip di progetto è coinvolto anche un’amministrazione pubblica tedesca, di Hamm.
Con la precedente edizione del Bando la Fondazione CON IL SUD ha finanziato 9 progetti “esemplari” nelle aree di Palermo, Napoli, Salerno, Bari e Reggio Calabria restituendo alla collettività appartamenti, ville e terreni confiscati a mafia, camorra e ‘ndrangheta. Inoltre, la Fondazione ha sostenuto un Master per la gestione dei beni confiscati promosso dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e il progetto “La mozzarella della legalità”, dal quale è nata la cooperativa “Le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra” su beni confiscati alla camorra a Castel Volturno.