Il sistema corporate è orami in crisi ed ogni politica economica che s’ispira soltanto alla ripresa dei consumi non fa che allungare la vita di un modello economico ormai vetusto. Esistono già risorse materiali e immateriali che possono guidare la fase di transizione dal vecchio al nuovo paradigma. L’approccio attraverso cui s’individuano i problemi, le risorse e le si connettono per ideare soluzioni innovative diventa il cardine per la creazione di un nuovo sistema. (http://www.societing.org/2014/01/come-creare-nuova-occupazione-con-la-sharing-economy/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+societing+%28Societing%29&utm_content=FaceBook)

Questo articolo è stato scritto da Vincenzo Luise

Shareable e il Sustainable Economies Law Center dopo diversi mesi di ricerca negli Stati Uniti hanno elaborato un report sulle policies ad alto impatto innovativo che le varie amministrazioni municipali statunitensi hanno messo in atto per aiutare i cittadini nella condivisione delle risorse e nella creazione di nuovi posti di lavoro.

Policies for Shareable Cities (scaricabile gratuitamente) è stato immaginato come uno strumento utile e pratico per aiutare le amministrazioni delle città a sviluppare economie più resistenti , innovative e democratiche.

Ma in che modo una città, le istituzioni che la governano e i cittadini che la abitano possono implementare la condivisione come strumento per la creazione di occupazione e sviluppo? Il Sustainable Economies Law Center individua 8 punti nodali attraverso cui dalla condivisione si può creare nuova occupazione (qui l’articolo in inglese):

  • 1. Supportare la nascita delle cosiddette nano-imprese e incentivare i lavori e servizi home-based.
  • 2. Ridurre le barriere burocratiche per le imprese che creano localmente nuovi posti di lavoro e ricchezza per le comunità.
  • 3. Adoperare spazi commerciali inutilizzati.
  • 4. Supportare le cooperative attraverso la creazione di dipartimenti cittadini per lo sviluppo economico.
  • 5. Investire nell’incubazione di nuove cooperative locali.
  • 6. Offrire sovvenzioni o prestiti a supporto delle cooperative.
  • 7. Dare priorità alle cooperative locali laddove l’ente pubblico stipuli un contratto con aziende private per la fornitura di beni e servizi.
  • 8. Integrare nei programmi d’istruzione pubblica l’insegnamento alla creazione e gestione di cooperative.
L’obiettivo di questa guida non è quello di costruire un dogma economico salvifico alla crisi che stiamo vivendo, piuttosto di proporre un approccio e dare delle linee guida che poi devono essere adattate ai diversi contesti locali. Mettere insieme diverse esperienze fatte in diversi contesti individuando poi quei fattori ad alto impatto d’innovazione è in parte quello che Goeff Mulgan dice a riguardo della creazione del valore sociale.

Se la transizione dal vecchio paradigma consumistico a quello nuovo non è in via di conclusione, possiamo però essere certi che siamo sulla strada giusta.

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