Nessuna risorsa persa, ma situazioni molto diverse da Regione a Regione. L’analisi del monitoraggio sulla spesa dei fondi europei rivela che l’Italia non può ancora dormire sonni tranquilli. (
http://www.euractiv.it/it/news/regioni/8410-italia-ue-fondi-europei-molte-regioni-restano-in-bilico.html)
Giuseppe Latour
Obiettivi centrati, anche se non sempre allo stesso modo. L’analisi delle tabelle pubblicate dal ministero per la Coesione territoriale sul monitoraggio della spesa dei fondi europei rivela, a chi scorra gli elenchi, che ci sono situazioni parecchio diverse. In molte Regioni, infatti, i target sono stati centrati per pochissimo: è accaduto nel Lazio, in Campania, in Sardegna, in Molise, in Liguria. In altre, all’opposto, si viaggia molto oltre gli obiettivi minimi imposti da Bruxelles.
Male Basilicata e Campania
Per capire quanto sono state brave le singole Regioni nello spendere il denaro che avevano a disposizione, basta confrontare gli obiettivi di spesa con il livello effettivamente raggiunto alla fine del 2013. In qualche caso lo scarto non è stato così ampio ma è andato sotto il punto percentuale. Partiamo dall’obiettivo Convergenza, relativo alle aree meno sviluppate. E’ il caso del Por Fesr della Basilicata, per il quale il target era di 439 milioni di euro e ne sono stati investiti 445, appena sei in più del minimo. Anche il Por Fse della Campania si è salvato per pochissimo: 435 milioni era l’obiettivo e 439 milioni è stata la spesa.
Lazio sul filo
Ma non vanno molto meglio alcune Regioni dell’obiettivo Competitività, quelle più sviluppate. L’ha scampata per un pelo il Por Fse Abruzzo, che ha superato la soglia minima di appena mezzo milione di euro. Il Lazio ha superato le sue soglie per un pelo, sia per il Fondo sociale europeo che per il Fondo europeo di sviluppo regionale. Nel primo caso il target minimo è stato superato di 1,5 milioni di euro, mentre nel secondo di poco meno di due milioni. Il Por Fse Liguria è andato oltre l’obiettivo di un milione esatto. Il Por Fesr Sardegna di cinque milioni di euro. Ma il caso più clamoroso è quello del Por Fesr Molise, che ha centrato il risultato con appena 100mila euro di scarto.
Il caso degli attrattori culturali
Ancora interlocutori i risultati dei due piani operativi interregionali Attrattori culturali ed Energie. Il primo ha superato il suo target di appena un decimo di punto, pari a soli 200mila euro. Un risultato che, comunque, va letto in positivo dal momento che questo programma era tra quelli messi peggio nel precedente monitoraggio. Tanto che il ministero per la Coesione territoriale è stato costretto a ripensarlo drasticamente all’inizio del 2013. Discorso simile per il Pon Energie, che ha superato i target di spesa per meno di due milioni di euro.
I casi positivi
Insomma, non è possibile tirare i remi in barca, perché in molti casi sarebbe facile tornare sotto i livelli minimi di spesa fissati da Bruxelles. Gli elementi positivi di questo monitoraggio, però, sono indubbiamente molti. Il primo è costituito dal fatto che neppure un euro è stato lasciato per strada, nonostante le previsioni della vigilia dicessero il contrario. Il secondo è rappresentato dall’ottima performance di alcune Regioni, sia dell’obiettivo Convergenza che di quello Competitività, e di alcuni programmi nazionali. Va segnalato il Pon Reti, che supera il target minimo di nove punti. Sul fronte delle regioni c’è il Por Fesr Calabria, che è andato oltre l’obiettivo di circa sette punti. Poi ci sono i Por dell’Emilia Romagna, che viaggiano con più di dieci punti di scarto dall’obiettivo minimo. C’è il Por Fse di Trento che, nel suo piccolo, stabilisce un record, con poco meno di venti punti di superamento del target. In totale le Regioni più sviluppate hanno raggiunto il 62,2% della spesa certificata, mentre quelle meno sviluppate sono cresciute fino al 48,3 per cento.