Il dipartimento Inclusione del Ministero del Welfare annuncia il passaggio dalla nuova social card al Sostegno per l'inclusione attiva (Sia). A febbraio arriveranno le erogazioni del primo bimestre nelle 12 città in cui è partito l'esperimento. Il viceministro Cecilia Guerra: "per il triennio 2014-2016 stanziati 887 milioni per il contrasto alla povertà". (http://www.nelpaese.it/index.php/archivio-inclusione-sociale/1058-poverta-fra-sei-mesi-parte-il-sia-in-tutta-italia)

“Da oggi in poi la chiameremo sperimentazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva (Sia)”, anche se le fondamenta sono quelle della Nuova social card, e a metà 2014 partirà in tutta Italia, ma è ancora presto per avere uno strumento realmente universale. A chiarire i dubbi sulle forze messe in campo contro la povertà assoluta in Italia è Raffaele Tangorra, capo della direzione Inclusione del ministero del Welfare. Dopo la corsa contro il tempo per far rientrare in legge di stabilità un minimo riferimento al Sia voluto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Giovannini, e l’annuncio di fine anno di ulteriori 300 milioni provenienti dalla riallocazione dei fondi europei 2007-2013, tolti gli addobbi natalizi, nel 2014 gli italiani troveranno una misura sperimentale contro la povertà che non è più soltanto la Nuova social card, ma che non è neanche il Sia in senso stretto. D’ora in poi si parlerà di Sia. Come ribadito nel testo della legge di stabilità, la sperimentazione della Nuova social card è intesa come “propedeutica” verso un futuro avvio a pieno regime del Sia.

“Valuteremo le modalità di presa in carico e di erogazione di un beneficio volto al contrasto alla povertà e all’inclusione attiva attraverso la sperimentazione che è partita nelle 12 città – spiega Tangorra -. Il rafforzarsi della sperimentazione con le risorse che stanno affluendo aiuta ad andare in questa direzione, ma attualmente non sono sufficienti rispetto al miliardo e mezzo previsto come spesa minima se si vuole avviare una misura universale”. D’ora in poi, però, spiega Tangorra, “la chiameremo sperimentazione del Sia. La Nuova social card è solo lo strumento con cui si fa il trasferimento monetario. Il programma, invece, ha un’ambizione diversa”.

Quel che c’è oggi, quindi, è una sorta di cantiere aperto i cui lavori sono ancora in corso d’opera. Ad essere a buon punto solo le 12 città della prima sperimentazione (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Venezia, Verona, Milano, Torino e Roma che raccoglierà le domande dal 20 gennaio a fine febbraio 2014), ma anche qui non mancano i ritocchi in tempo reale. “Nelle 12 città dovremmo riuscire a pagare il primo bimestre, quello di gennaio e febbraio – spiega Tangorra -. I dati raccolti nelle 12 città sono consolidati. Abbiamo fatto anche un ulteriore decreto che chiarisce altri aspetti procedurali, firmato il 24 dicembre dal ministro Saccomanni e adesso in registrazione alla Corte dei conti e che aiuta anche a gestire questa prima fase di erogazione”.


Le risorse

Secondo quanto affermato dal viceministro al Welfare, Maria Cecilia Guerra, in un articolo pubblicato da LaVoce.info i fondi attualmente stanziati contro la povertà ammontano a 887 milioni dal 2014 fino al 2016. Quelli che andranno alla sperimentazione saranno ripartiti in questo modo: nel 2014 ci saranno 300 milioni (50 milioni per la sperimentazione nelle 12 città, 140 milioni nel Sud Italia provenienti dalle risorse della prima riallocazione dei fondi europei, 40 milioni per l’allargamento della sperimentazione al Centro Nord previsto con la legge di stabilità e 70 milioni provenienti dai 300 milioni della seconda riallocazione dei fondi europei annunciata a fine anno dal ministro della Coesione, Carlo Trigilia. Nel 2015, invece, i fondi disponibili per la sperimentazione sono 297 milioni, di cui i restanti 230 milioni del Sud Italia della riallocazione di fine anno, i 27 milioni della prima riallocazione e i 40 milioni per il Centro Nord. Nel 2016, infine, restano solo i 40 milioni per il Centro Nord. Tuttavia, spiega Tangorra, parte dei 250 milioni affidati alla Social Card ordinaria per il 2014 andranno a sostenere la sperimentazione. “I 40 milioni già allocati al Centro Nord non sono sufficienti per partire – aggiunge Tangorra -. Dobbiamo prevedere un flusso di risorse dalla card tradizionale alla sperimentazione”. Ma quanti dei 250 milioni della vecchia Social card passeranno alla sperimentazione, ancora non è stabilito, così come è ancora da stabilire con certezza la ripartizione dei 300 milioni provenienti dalla riallocazione di fine anno. Per Tangorra “si deciderà nelle prossime settimane”.

Sperimentazione nazionale. Il passaggio del testimone dalla sperimentazione della Nuova social card a quella del Sia, comunque, avverrà nel 2014 e soprattutto al mezzogiorno, aggiunge Tangorra. “I 300 milioni (provenienti dalla riallocazione dei fondi europei 2007-2013 annunciata a fine anno, ndr) ci permetteranno di fare un passo avanti verso la misura universale, ampliando la platea dei beneficiari, ma solo nelle sole regioni del Mezzogiorno”. Ed è così che dal target della nuova social card selezionato nelle 12 città si arriverà “ad una misura che tende a quella universale che abbiamo presentato con il Sia”. Ma se nelle 12 città lo start è ormai prossimo per tutti, l’allargamento a tutto il territorio nazionale della sperimentazione non avverrà prima di metà anno. “Se riuscissimo a far partire insieme Centro Nord e Mezzogiorno, si partirebbe nel secondo semestre – ha spiegato Tangorra -. Se invece decidessimo di avere partenze sfalsate, il Mezzogiorno potrebbe partire nel terzo bimestre”. A dover attendere, stavolta, è il Sud, dove ci sono già gli atti pronti per fare il riparto dei 167 milioni della prima riallocazione. L’obiettivo, conclude Tangorra, “è avere una sperimentazione in tutta Italia”.

Redazione (Fonte: Redattore Sociale)

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