Il Bel Paese abbandona il “Patto di Varsavia” e passa con i virtuosi. Alleanza Roma-Parigi per contrastare la coalizione britannico-polacca?

Ormai il 2030 non è più così lontano, e sul pacchetto europeo clima energia l’Italia cambia passo ed abbandona definitivamente il fronte del “Patto di Varsavia” con i Paesi eco-scettici ex-comunisti dell’Europa orientale dei tempi del ministro Stefania Prestigiacomo, per partecipare a quello dei più virtuosi insieme a Francia, Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Irlanda e Portogallo.

E’ da questo gruppo che è infatti partita la sollecitazione alla Commissione europea perché l’Ue si dia obiettivi più ambiziosi per le energie rinnovabili in vista del 2030.

La Commissione Ue il 22 gennaio presenterà le sue proposte sul pacchetto clima ed energia per il 2030 e gli 8 Paesi “virtuosi” spingono perché la ridefinizione del quadro strategico delle nuove politiche europee fissate nel 2020 sia più ambizioso del 20-20-20: riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990, 20% di rinnovabili, 20% in più di efficienza energetica. Nella lettera inviata dagli 8 ministri dell’ambiente e firmata anche da Andrea Orlando, si legge che «Un target per l’energia rinnovabile rafforzerà la competitività europea e porterà più crescita e occupazione».

Il posto dell’Italia a capo del “Patto di Varsavia” sembra preso dal governo conservatore-liberale britannico, alleato della eco-scettica Polonia che, dopo aver organizzato una disastrosa conferenza delle parti dell’Unfccc, non molla. I due Paesi non vogliono sentir parlare di un obiettivo unico di riduzione dei gas serra per il 2030.

Ma dall’altra parte della manica non dovrebbe molare nemmeno la Francia, visto che François Hollande vorrebbe passare alla storia come il presidente che mette la firma sotto lo storico accordo globale sul clima dell’Unfccc, cosa che non potrà avvenire senza la leadership e un forte impegno dell’Unione europea.

Per questo si pensa che siano i francesi, appoggiati dagli italiani che avranno la presidenza di turno dell’Ue dell’ultimo semestre del 2014 (e che quindi gestiranno le proposte che arriveranno alla Cop Unfccc di Parigi), a spingere perché la Commissione Ue presenti davvero l’ipotesi di pacchetto clima ed energia 2030 che, secondo indiscrezioni, prevedrebbe un taglio delle emissioni di gas serra del 40% e il 30% di energie rinnovabili.

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