Una ventina di feriti portati all’ospedale di Lui (Western Equatoria) dove sono al lavoro gli operatori di Medici con l’Africa Cuamm.
Padova/Lui (Sud Sudan). Resta alta l’allerta in Sud Sudan dove Medici con l’Africa Cuamm continua a garantire cure e assistenza alla popolazione locale con un team di 6 operatori italiani in servizio all’ospedale di Lui (Western Equatoria) e di Yirol (Lake States).
Il chirurgo Paolo Setti Carraro, da Lui, riporta di un’emergenza delle ultime ore: “Quest’oggi è successo quanto speravamo non sarebbe mai accaduto. Nei giorni scorsi, dopo incontri ripetuti, ci siamo attrezzati stilando un protocollo per mass casualty, che abbiamo presentato e discusso con l’Health Management Team dell’ospedale in seduta plenaria. Era nell’aria e ci siamo preparati. Stamane verso l’1.30 ho ricoverato un soldato del contingente di Lui accoltellato al torace. Nello stesso momento un contingente dell’SPLA (Sudan People's Liberation Army) in marcia da Nzara a Juba, era accampato alla junction della strada Mundri-Lui, bivio per Amadi-Kediba-Tali, a 20 km da qui, e stava dormendo. E’ stato attaccato con AK 47 da degli sconosciuti. Lo scontro è proseguito sino alle 5.00. Alle 9.15 una colonna militare dell’SPLA ha scaricato in ospedale 17 feriti da arma da fuoco, uno è era già morto, uno è morto poco dopo il ricovero, uno infine è morto di shock emorragico due ore dopo un’amputazione di gamba urgente. Gli altri sono stati operati tra le 11.20 e le 18.45 di oggi. Solo tre sono immediatamente dimissibili, ma preferiscono rimanere in ospedale. Gli altri ne avranno per giorni o settimane. Ho tre fratture esposte che dovranno rimanere qui a lungo, una in predicato per una amputazione di braccio. Dopo il controgiro di questa sera posso dire che la situazione è sotto controllo. La maternità è per fortuna tranquilla, ma ben due madri si sono autodimesse in giornata, benché i loro bambini avessero avuto entrambi febbre e convulsioni. Per dire che la gente, almeno una parte, ha paura”.
In parallelo all’ospedale di Yirol, al confine con la provincia di Bor, teatro degli scontri più violenti delle ultime settimane, il lavoro di Medici con l'Africa Cuamm continua più acuto nel fronteggiare l’emergenza degli sfollati che hanno raggiunto Minkamen (approdo est del Nilo). Sono circa 20.000 e hanno bisogno di zanzariere, cibo, farmaci e strumenti per igienizzare l’acqua. Gli operatori Cuamm hanno garantito un primo sostegno con la fornitura di trattamenti antimalarici, amoxicillina, metronidazolo, sali di reidratazione, e paracetamolo.
Ma per dare più consistenti segnali di vicinanza e condivisione alla popolazione locale Medici con l’Africa Cuamm ha lanciato uno straordinario appello a contribuire per sostenere l’acquisto di prodotti di prima necessità in loco: cibo, coperte, farmaci e compresse di cloro attivo.
Per Medici con l’Africa Cuamm diventano dunque due i fronti da sostenere nell’emergenza: gli Ospedali e adesso il drammatico problema degli sfollati. “Garantire il funzionamento dell'ospedale di Yirol e di Lui è per noi centrale e crediamo anche per tutto il sistema sanitario locale” - dichiara Don Dante Carraro direttore di Medici con l’Africa Cuamm - i bisogni dell'ospedale non si fermano e alcuni servizi, come gli ambulatori e le visite prenatali riaprono”.
Medici con l’Africa Cuamm è in Sud Sudan dal 2006, anno in cui ha avviato l’intervento di riabilitazione dell’ospedale di Yirol nello Stato dei Laghi. Ha allargato poi il raggio d’azione intervenendo anche nell’ospedale di Lui, nel Western Equatoria.
Solo nell'ultimo anno tra gli ospedale di Yirol e Lui sono state realizzate oltre 53.000 visite ambulatoriali, 13.000 ricoveri, 1461 parti e oltre 47.000 vaccinazioni.
Materiale fotografico disponibile su
www.mediciconlafrica.org