Per superare la crisi ci vuole creatività e fantasia. Doti che non mancano ad Arosio, nel Comasco, dove Acli, Comune e Caritas hanno lanciato insieme la campagna “Doniamo lavoro” e creato un fondo di 36 mila euro che servirà a pagare i contributi e l’assicurazione a una decina di giovani che troveranno lavoro nelle aziende del territorio. Più semplicemente, i soldi serviranno a ridurre il cuneo fiscale e ad abbassare del 20% il costo del lavoro. (
http://www.acli.it/le-esperienze/8526-il-dono-che-abbatte-il-cuneo-fiscale)
Maria Chiara Sabato
Per aderire all’iniziativa le condizioni sono poche. I giovani devono essere disoccupati o inoccupati, avere tra i 19 e i 29 anni, essere regolarmente iscritti al centro per l’impiego e non essere figli degli imprenditori che li assumeranno.
Alle imprese, che per ogni giovane riceveranno 4.000 euro divisi in due tranche, il progetto chiede di avere la sede o almeno un’unità operativa ad Arosio, di essere in regola con i versamenti contribuitivi e di non licenziare persone per tutta la durata del progetto. Gli imprenditori, inoltre dovranno richiedere i giovani per nuovi inserimenti lavorativi, non per sostituzioni, e offrire contratti a tempo determinato, indeterminato o di apprendistato per almeno un anno.
L’iniziativa, finanziata con il 5xmille delle Acli, con raccolte straordinarie della parrocchia di Arosio e in parte con soldi del Comune, nasce da un altro buon esempio lombardo: il
Fondo Famiglia e lavoro promosso dal cardinale Dionigi Tettamanzi a Natale 2008 per aiutare le famiglie che nella diocesi di Milano perdono il lavoro.
“Ma il nostro progetto è qualcosa di diverso, è un esperimento innovativo – spiega Gianpiero Torricelli, responsabile della Caritas di Arosio e presidente del Consiglio provinciale delle
Acli di Como – Il Fondo Famiglia e lavoro è rivolto soprattutto ai lavoratori adulti che si ritrovano senza un impiego, l’erogazione dei fondi è collegata all’obbligo di formazione. Noi invece puntiamo sui giovani alla prima esperienza lavorativa e non c’è formazione. Per i giovani deve essere chiaro che questa è un’opportunità lavorativa vera e propria per darsi da fare alla brianzola”.
“La nostra iniziativa – conferma Luisa Seveso, presidente delle Acli provinciali di Como – non è collegata al fondo di Tettamanzi, ma sta in quella nicchia e da quella prende spunto. Come la Fase 2 del fondo ambrosiano che ora sta partendo, anche il nostro progetto è collegato alle esigenze del territorio”.
Ad Arosio, il bisogno era quello di “non lasciare andare via altri giovani, di non perdere una generazione e di non creare ulteriori squilibri sociali”, per dirla con le parole di Marina Consonno, vicepresidente delle Acli di Como e direttrice di una casa di riposo. Di curriculum, lei come la Caritas, quest’anno ne hanno visti tanti. “Ci sentivamo dire – ricorda Torricelli – Noi non vogliamo pacchi alimentari, non vogliamo essere aiutati da nessuno, vogliamo solo lavorare. Vogliamo un lavoro e ci basta!”.
Degli oltre cento curriculum arrivati, una quarantina sono stati inviati al Comune di Arosio dove i professionisti dello sportello Lavoro si occuperanno di mettere in contatto domande e offerte. La speranza è che le aziende rispondano.
Tra professionisti e commercianti alla presentazione di metà novembre, erano presenti una trentina di imprese ma non è detto che poi tutte parteciperanno alle assunzioni: “Gli imprenditori – racconta la Seveso – hanno lodato l’iniziativa, ma non sapevano se potevano permettersi di pagare ai giovani l’80% di loro competenza, non sapevano se sarebbero entrate abbastanza commesse per spiegare queste uscite”. “Siamo consapevoli – commenta Torricelli – che il fondo non è la panacea, i datori di lavoro hanno bisogno di altri stimoli oltre a quelli finanziari.”
A Como, come nel resto d’Italia, la situazione è difficile: la disoccupazione giovanile è al 21,7%, le imprese attive rispetto all’anno precedente si sono ridotte dello 0,6%, nella provincia i disoccupati totali nel 2012 erano il 6,1% della popolazione: nel 2004 erano il 3,4%. I dati arrivano dalla ricerca Nel centro dell’Europa presentata a settembre 2013 dal Cresme, il Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio. In linea con i dati Istat, la ricerca evidenzia anche l’andamento della disoccupazione in Lombardia: 7,5%, e nel resto dell’Italia, 10,4%. “Sono dati che preoccupano – commenta Marina Consonno – qui siamo in Brianza, è una terra produttiva, non siamo abituati a vedere aziende che chiudono, non è mai accaduto nella storia”.
Entro il 15 gennaio i giovani selezionati inizieranno a lavorare: l’obiettivo è offrire contratti di almeno un anno, ma i promotori sono pronti a finanziare il progetto anche per più tempo se andrà bene e a chiedere un contributo alla popolazione o alla diocesi di Milano. Al momento, è possibile finanziare un’opportunità di lavoro per i giovani con un’offerta alla parrocchia di Arosio o con un bonifico bancario detraibile dalle tasse. Sulla causale bisogna scrivere: “Doniamo lavoro”. In attesa che il lavoro torni a essere anche un diritto e non solo un dono.