L’Italia arranca anche su Internet. È ampio il divario da colmare rispetto agli altri Paesi europei, è lunga la strada da percorrere per rispettare gli obiettivi dell’Agenda digitale europea. (http://www.huffingtonpost.it/2013/12/30/internet-italiani-analfabeti-digitali_n_4519728.html)

Carlo Renda

I numeri impietosi del rapporto “Italia Connessa” realizzato da Telecom Italia dicono che solo la metà della popolazione (il 53%) utilizza Internet con regolarità, contro il 70% della media europea: il target 2015 dell’Agenda è fissato al 75%. Sul fronte dell’e-Government, gli italiani che ne fanno uso sono il 19%, contro il 44% della media europea e soprattutto a fronte del 50% dell’obiettivo europeo 2015. In Italia solo poche persone (8%) hanno utilizzato Internet per inviare moduli compilati alla Pubblica Amministrazione, contro il 22% della media europea e il 25% fissato dall’Ue come target 2015. Molto arretrato è il ricorso all’e-commerce: in Italia solo il 17% della popolazione acquista ed appena il 4% delle imprese vende online, molto al di sotto sia della media europea (45% per la popolazione, 13% per le imprese), che dei target europei al 2015 (al 50% per l’e-commerce della popolazione, al 33% per quello delle imprese).

In Italia il ritardo riguarda tanto l’offerta quanto la domanda di servizi. La differenza è nella deadline europea. Resta certamente da colmare in fretta il gap nella realizzazione delle infrastrutture di rete, ma la tempistica europea è fissata al 2020, mentre il gap nell’utilizzo dei servizi digitali da parte di individui, aziende e Pubblica Amministrazione va colmato entro il 2015, che è ormai talmente dietro l’angolo da rendere pressochè impossibile il raggiungimento di tutti i target.

Proprio l’assenza di servizi online si riflette su un dato relativo alla diffusione della banda larga in Italia. Il 70% delle famiglie italiane dispone di connettività a 20 megabit, ma solo il 12% la acquista. Un sintomo non tanto di prezzi alti, visto che nel settore le aziende si fanno una concorrenza particolarmente agguerrita sulle offerte, quanto piuttosto sull’utilità percepita dagli italiani di avere Internet veloce.

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