Dopo il video choc, l'intervento dell'Ue e l'apertura di un'inchiesta interviene il presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti: fatti mostrati dalle immagini non ammettono giustificazioni, giusto interrogarsi sull’opportunità di proseguire le attività nei centri di accoglienza. Intanto dal governo parlano il viceministro dell'interno Filippo Bubbico e il ministro Cecile Kyenge: la gestione dei centri non funziona. Basta utilizzare il massimo ribasso dei costi. Intanto il pm della Procura di Agrigento apre un fascicolo: 'Denunce in tal senso credo non siano mai arrivate prima oggi. Ieri la richiesta di Legacoop Sicili di allontanare i dirigenti di Lampedusa Accoglienza seguita al giudizio di Legacoopsociali: siamo indignati, vergogna. (http://www.nelpaese.it/index.php/26-articolo-nazionele/1035-lampedusa-poletti-nessuna-giustificazione-le-coop-si-interroghino-se-proseguire-attivita-nei-centri)

“Le immagini dei migranti sottoposti ad un trattamento sanitario nel centro di accoglienza di Lampedusa, trasmesse nei giorni scorsi dal TG 2, hanno mostrato fatti che non ammettono giustificazioni e che sono inammissibili sotto il profilo del rispetto della dignità umana, soprattutto quando si tratta di persone che vivono una condizione di estremo disagio e di difficoltà”. Il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, interviene così nel dibattito che si è aperto sul centro di primo soccorso ed accoglienza di Lampedusa. “L’indagine aperta dalla Procura di Agrigento” -aggiunge il Presidente di Legacoop- “e quella avviata da Legacoop Sicilia sono perciò da considerare un atto doveroso per riuscire ad accertare rapidamente che cosa è veramente successo nel Centro ed a stabilire le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, dai gestori ai responsabili dei controlli”.

Oltre a precisare, in riferimento ad alcune affermazioni contenute negli articoli di stampa pubblicati oggi, che Legacoop è un’associazione che rappresenta le cooperative e quindi non è titolare di alcuna attività di gestione, Poletti sottolinea che “di fronte a situazioni come quelle che si sono determinate a Lampedusa, dove è evidente che le strutture esistenti non sono assolutamente sufficienti a rispondere ad un fenomeno che ha ormai assunto le dimensioni di un’emergenza umanitaria, è giusto che i cooperatori si interroghino sull’opportunità di proseguire la loro attività di assistenza a migranti e profughi se non si determina, nell’immediato, un cambiamento profondo nella politica di accoglienza e di integrazione. Senza dimenticare la necessità, indicata anche dal Viceministro dell’Interno Bubbico, di modificare le procedure per l’affidamento dei servizi nei centri, superando, in particolare, il ricorso al metodo del massimo ribasso”. “Per questo” - conclude Poletti- “invitiamo tutti i cooperatori che operano in questo tipo di strutture a denunciare con forza situazioni che impediscono un adeguato svolgimento della loro attività e ad interromperla quando ci sia anche solo il rischio di ledere la dignità umana, sia quella dei migranti sia quella degli stessi operatori, uno dei valori che le cooperative pongono da sempre alla base della loro missione”.


Bubbico: la gestione dei centri non funziona. Kyenge: bandi per centri sono a massimo ribasso

"Questo sistema dev'essere cambiato perché è evidente che non funziona". Lo ha detto a Prima di tutto, su Rai radio 1, il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico in merito alla vicenda del video shock proveniente dal centro di accoglienza immigrati di Lampedusa. "Il contratto in atto con la cooperativa che gestisce quel centro viene rescisso, perché quanto è accaduto non può essere minimamente tollerato" ha spiegato Bubbico. "Sono atti che non trovano nessuna giustificazione. Quanto poi alle attività ordinarie, bisogna riflettere perché noi stessi utilizziamo il metodo del massimo ribasso - ha aggiunto - Anche da questa esperienza emerge la necessità di affidare questi servizi non solo in relazione a chi offre il prezzo più basso, ma in relazione a chi ha le maggiori credenziali e la capacità di offrire una qualità di servizio più elevata", anche se, ha spiegato Bubbico: "quello che è successo va ben oltre il problema del metodo di aggiudicazione della gestione dei centri, l'attività è stata gestita in modo difforme a quanto previsto dal capitolato". Il vice ministro ha poi spiegato che: "l'indagine in corso su quanto accaduto a Lampedusa metterà in evidenza anche il modo in cui è stato esercitato il controllo". "Lampedusa è sottoposta a un carico notevole, eccessivo. Proprio in ragione di ciò va rafforzata la nostra capacità di controllo. Le Prefetture fanno un grande lavoro, ma l'indagine in corso metterà in evidenza anche eventuali carenze e necessità di rafforzamento

''Da due anni ci sono bandi al massimo ribasso'' per la gestione dei Cie. ''Bisogna distinguere tra centri di accoglienza e Cie, questi bandi sono di competenza del Ministero dell'Interno. I Cie negli ultimi due anni sono stati soggetti a bandi al massimo ribasso, con un costo che non supera i 30 euro a persona per garantire tutti i servizi: dalla mensa, all'accoglienza al servizio medico. In alcuni Cie arriva tra i 25-30 e si deve garantire tutto in quei costi, cosa che diventa impossibile pensando anche al personale''. Lo ha affermato il ministro per l'Integrazione intervenendo in diretta telefonica al programma Radio Anch'io su Radiouno. ''I Cara - ha aggiunto il ministro - hanno un diverso costo, perché le persone sono libere di entrare e uscire. C'è un budget fino a 50 euro a persona e il budget giornaliero'' che si dà a chi esce per le spese quotidiane ''non supera i 2,50 euro''. ''Il punto è un altro - ha concluso Kyenge - bisogna cercare un costo compatibile con livelli standard di vita all'interno'' di questi centri. E per quanto riguarda il controllo sulle cooperative che li gestiscono? ''Il controllo è di competenza delle prefetture e del Ministero dell'interno. La domanda sarebbe da approfondire con il Ministero degli Interni''.


Pm Agrigento: iscritto fascicolo, ora accertamenti

''Abbiamo iscritto un fascicolo a carico di ignoti per reato di maltrattamenti e violenza privata e successivamente abbiamo disposto l'acquisizione dell'intero filmato fatto da un immigrato. A seguito disporremo accertamenti per verificare chi erano i responsabili''. Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Renato di Natale, ai microfoni di Radio Anch'io, dopo il video shock sul trattamento riservato alle persone nel centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa. Chi rischia ora? ''Bisognerà verificare se sono state date disposizioni per operare in tal senso - ha spiegato Di Natale - o se tutto è avvenuto per iniziativa degli operatori. Se c'è un soggetto primario che dà disposizione ci si può rifiutare di portarle a compimento, ma in ogni caso la responsabilità andrebbe ascritta a chi ha dato disposizioni''. Di Natale ha infine affermato che non sono mai state ricevute denunce simili prima di oggi: ''Non ho in mente l'archivio storico delle denunce - ha precisato - ma denunce in tal senso credo non siano mai arrivate''.

Ieri è arrivata la richiesta di Legacoop Sicilia di allontanare i dirigenti della coop Lampedusa Accoglienza, seguita alla posizione netta di Legacoopsociali sulle immagini del video: "siamo indignati, vergogna". Ora si attendono le decisioni e la possibilità di aprire un dibattito serio su come cambiare le politiche di accoglienza nel nostro Paese.

Redazione

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