Il SaD ai bambini cinesi d'Italia. Intervista ad Alessandro Centanni, La Piccola Famiglia Onlus. In seguito all’incendio in cui sette cinesi hanno perso la vita in una fabbrica di Prato, nei primi giorni di dicembre, si è aperto un dibattito sulla sicurezza, sul lavoro in nero e anche sul processo di integrazione. Anche Romano Prodi, che dal 2012 ha assunto diversi incarichi Onu, dalle colonne de Il Messaggero, il 4 dicembre, ha scritto “Dialogare con i cinesi a Prato e in tutta Italia”. Proprio per questa esigenza ForumSaD vuole dare voce ad una delle realtà più innovative e funzionanti della sua rete: il progetto de La Piccola Famiglia Onlus, un sostegno a distanza di bambini cinesi, che vivono in Italia. (http://www.forumsad.it/index.php/comunicazione/notizie/158-noi-con-i-cinesi-ci-parliamo)

Nel sostegno a distanza classico, di solito, un italiano sostiene un bambino o una comunità che vivono all’estero. La distanza è appunto una distanza fisica: Italia-Africa; Italia- Asia. La Piccola Famiglia ha stravolto questo concetto di distanza. Da fisica, fatta di km, a culturale. “Lo scopo del progetto è quello di costruire ponti di amicizia tra italiani e cinesi qui in Italia. Ponti che travalicano i confini del Centro” afferma Alessandro Centanni, de La Piccola Famiglia. “Nell’immaginario collettivo italiano non c’è forse gruppo etnico di immigrati più impenetrabile di quello cinese”. Eppure il Centro Italia-Cina de La Piccola Famiglia, a Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena, dimostra il contrario.

In seguito alle richieste di ricongiungimento famigliare gli immigrati cinesi sono aumentati in questi anni senza interruzione, così i minori cinesi sono evidentemente in crescita nelle scuole italiane. Poiché i genitori sono molto occupati nel lavoro, non hanno tempo di curare i loro figli, il Centro Italia-Cina li accoglie il pomeriggio. Con l’aiuto di volontari il Centro cerca di rispondere alle loro difficoltà principali: l’apprendimento della lingua italiana e lo svolgimento dei compiti scolastici. Senza perdere di vista la lingua e le usanze cinesi, perché, ricorda Centanni “poche realtà sono così legate alle proprie origini come i cinesi”. Per questo l'organizzazione ogni anno festeggia anche il Capodanno cinese, uno dei diversi eventi per far incontrare i cittadini.

Attualmente il centro è frequentato da cinquanta bambini e ragazzi a cui si aggiungono i venti del nuovo Centro aperto a Rimini nel 2011. Come il sostegno a distanza classico gli italiani sostengono il centro con una quota mensile. “Non solo gli italiani, ma anche i genitori cinesi sono contenti di quello che stiamo facendo con il centro. Questo per noi significa che è possibile conciliare il SaD verso l’estero con l’impegno per l’integrazione e l’intercultura in Italia”.

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