Pari opportunità. L'Italia metterà in cima all'agenda del suo semestre di presidenza del Consiglio dei ministri dell'Unione la questione della presenza femminile nei cda delle società quotate. Lo ha anticipato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, intervenendo al Consiglio Occupazione in corso a Bruxelles. (http://www.euractiv.it/it/news/sociale/8281-quote-rosa-giovannini-priorita-presidenza-italiana.html)

Angela Lamboglia

La proposta della Commissione europea di stabilire una quota minima del 40%, entro il 2020, per il genere meno rappresentato nei consigli di amministrazione delle società quotate, ha spiegato Giovannini, “sarà tra i dossier prioritari” della presidenza italiana del Consiglio, nella seconda metà del 2014.

Intanto, oggi i ministri del Lavoro dei 28 hanno adottato le conclusioni sull'efficacia del meccanismo istituzionale per l'avanzamento delle donne, sollecitando misure per l'uguaglianza di genere come prerequisito per la democrazia e per il pieno godimento dei diritti umani.

Nelle stesse ore, la Commissione europea ha divulgato il suo ultimo rapporto sul gender pay gap, secondo cui nell'Ue la differenza tra la retribuzione oraria di uomini e donne si attesta, in media, al 16,2%, lo stesso valore registrato da Bruxelles un anno fa. Come dire, sottolinea in una nota l'Esecutivo comunitario, che le donne europee lavorano 59 giorni all'anno a salario zero. Tra le cause, sistemi retributivi poco trasparenti, disinformazione e scarso ricorso alla giustizia da parte delle lavoratrici, ma anche - sottolinea la Commissione - l'applicazione insufficiente della direttiva Ue del 2006 sulle pari opportunità.

Il paese con il livello inferiore di pay gap tra uomini e donne è la Slovenia (2,3%), mentre la maglia nera va all'Estonia, con il 27,3%. Non se la cava male l'Italia, con il 5,8% e una riduzione del divario retributivo di genere dello 0,9% tra il 2008 e il 2011. Anche se, ricorda la vicepresidente della Commissione con delega alla Giustizia Viviane Reding, queste tendenze "sono in buona parte attribuibili a una diminuzione delle retribuzioni maschili più che a un aumento di quelle femminili”.

Oltre alle conclusioni sull'uguaglianza di genere, il Consiglio ha approvato una raccomandazione sull'inclusione sociale dei popoli Rom, in particolare per la protezione di donne e bambini e per la riduzione del livello di povertà, e ha raggiunto un accordo sulla direttiva sui lavoratori distaccati che dovrebbe impedire fenomeni di 'dumping sociale' tra paesi europei.

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