(ForumSaD) Roma. “Domani ci sarà una folla immensa a salutare un gigante dei diritti umani. Ancora una volta, davanti a lui, bianchi e neri insieme, ragazzi e bambini. A questi ultimi, sia in Sudafrica che in Italia, dobbiamo continuare a raccontare Madiba” afferma Vincenzo Curatola, ex portavoce del movimento italiano antiapartheid ed oggi presidente di ForumSaD, alla vigilia del funerale di Nelson Mandela che si terrà domenica 15 dicembre a Qunu. “La storia di Madiba è nota, ma non dobbiamo ritenerla scontata. È una storia che può insegnare molto al mondo intero e in particolare al mondo della solidarietà internazionale. È però una storia che riguarda anche il nostro Paese. Quella contro l’apartheid è stata forse una delle ultime vere battaglie, combattuta tutti insieme. Una campagna che potremmo dire di altri tempi. Meno particolarismi e più coesione. Più idealismo e passione”. ForumSaD ricorderà Mandela sia nell’evento natalizio
“San Lorenzo a misura di bambino”, che a Napoli il 22 gennaio, insieme alle organizzazioni Campania, Basilicata e Sardegna.
“La storia di Mandela ci ha insegnato che l’istruzione è importante per affrancare un uomo dalla schiavitù. Sono sicuro che Mandela è divento ciò che sappiamo, anche perché ha avuto la possibilità di studiare, di conoscere, che lo ha portato poi a diventare avvocato. Oggi occupandomi di promuovere l’istruzione dei bambini attraverso il sostegno a distanza, il suo insegnamento mi è chiaro, soprattutto quando bisogna spiegare alle famiglie povere perché mandare il proprio figlio a scuola. Mandela ha saputo sentire le ingiustizie. Subito in campo per i diritti del popolo africano, non appena nel 1948 il National Party, in Sudafrica, diede avvio alla segregazione. Quanti operatori, magari in maniera anonima, si danno da fare oggi per aiutare in territori di guerra, di miseria. La sua storia ci ha insegnato che un’ingiustizia, anche fosse nascosta nell’angolo più remoto della terra, deve essere sentita ovunque. Ripenso agli esuli in Tanzania o negli altri Paesi che hanno sospinto questa battaglia. In Italia ho affiancato uno di loro, Benny Nato, con lui abbiamo girato il Paese per raccontare la segregazione razzista sudafricana. L’assenza di odio e di risentimento di Mandela, dopo 27 anni di prigione, vorrei fotografarla con quella stretta di mano al capitano della squadra di rugby sudafricana, che nel 1995 vinse i mondiali. Mandela era Presidente della Repubblica, la squadra era espressione della separazione, formata solo da bianchi, neri esclusi, sospinse il suo popolo a tifare unito, senza distinzioni di colore. E come per molte altre battaglie vinse”.
“Negli anni 70 Mandela divenne il simbolo della lotta all’apartheid e nel mondo si organizzarono movimenti in suo favore. Anche in Italia accade questo. Il movimento univa forze politiche, sindacati, associazioni e cittadini che chiedevano ai governi, alle banche e all'industria di non sostenere il regime sudafricano e il suo esercito e di attuare una politica chiara in questo senso. Si decise di perseguire quella che era la strada disegnata da Madiba, prima di entrare in carcere: la disobbedienza civile. Si chiusero i conti presso le banche che finanziavano le esportazioni di armi in Sudafrica. Addirittura c’è chi arrivò a murare le saracinesche delle stesse banche come atto di sabotaggio. Si boicottò l’Enel, che importava carbone dal Sudafrica. Il carbone lavorato dai neri, ridotti in schiavitù. Nelle scuole si parlava ai bambini della lotta al razzismo. A Livorno i portuali bloccavano le navi cariche di carbone sudafricano, frutto dello schiavismo; a Firenze e Vicenza, capitali italiane dell'oro, si boicottava il metallo di provenienza africana per gli stessi motivi.”
"Ecco perché, non solo per la mia storia di portavoce, ma per i ragazzi e per quell'Italia che deve continuare a battersi anche per ingiustizie fuori dai suoi confini, ForumSaD continuerà a ricordare Mandela, nei suoi prossimi eventi."
Fabio Bellumore, Ufficio Stampa ForumSaD,
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