Il presidente Acli Bottalico su fiducia al governo. Il discorso programmatico con il quale il presidente del Consiglio Enrico Letta ha chiesto oggi la fiducia alla Camera, secondo Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, “definisce, con il linguaggio del realismo e della franchezza, la necessità di una terapia d'urto per evitare che il Paese affoghi dentro la crisi”. (http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=8487:governo-una-nuova-fase-oltre-l-austerita-che-ci-soffoca&Itemid=674#.Uqq29eKOckw)

«L’Europa può implodere sotto il peso del dramma sociale causato dalla grande crisi», ha ammonito stamane Letta. “Per evitare che ciò accada –prosegue Bottalico - il 2014, anno per cui il presidente del Consiglio ha chiesto la fiducia, ma che è anche il centenario dell'inizio della Grande Guerra, il governo, dopo aver evitato nei mesi scorsi il caos dell'ingovernabilità, deve affrontare con più decisione, con una intensità mai vista prima la madre di tutte le misure anticrisi: «far scendere contemporaneamente il debito, il deficit, le spese di parte corrente e le tasse su famiglie e su imprese, piccole e grandi», superando quella austerità fine a se stessa che soffoca l'economia. Qui si giocano l'avvenire del Paese e la sorte di un'Europa a cui le prossime elezioni europee e il semestre di presidenza Italiano dovranno dare un orizzonte incentrato sullo sviluppo e non più sull'austerità, dimostrando ai tedeschi che è anche loro interesse fare così. L'alternativa è un'Europa che sprofonda rapidamente nel vortice dei populismi e della devastazione sociale ed economica”.

“Servono allora segnali concretissimi e urgenti – prosegue il presidente delle Acli - per dare ossigeno alle imprese e per far ripartire al più presto i consumi delle famiglie. Le Acli che vivono tra le piaghe enormi delle fasce sociali più devastate dalla crisi, continueranno ad impegnarsi per incanalare questa debordante sofferenza sociale sul piano delle risposte istituzionali, ma avvertono che l'emergenza sociale può sfuggire ad ogni controllo se non si ferma la tendenza in atto alla ri-proletarizzazione dei ceti medi e lavoratori. Prendiamo atto del riconoscimento fatto dal presidente del consiglio sul ruolo dell'associazionismo per un welfare che le Acli definiscono “comunitario”, ma gli vogliamo ricordare che ciò necessita anche di precisi impegni di risorse, che invece al momento sono carenti oppure mancano ancora del tutto come nel caso di un Piano nazionale contro la povertà.

Apprezzabile, - conclude Bottalico - l'iter indicato per il riforme istituzionali attraverso la via dell'art. 138, come anche il riconoscimento della «necessità di archiviare un ventennio sprecato» e di chiudere la fase delle «contrapposizioni tossiche» che hanno contrassegnato la seconda repubblica”.

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