Le Acli a governo e parlamento: legge di stabilità e lotta alla povertà, risorse molto insufficienti, manca un piano. “Si deve registrare una macroscopica discrepanza tra le risorse stanziate e le dimensioni della povertà che dilaga in Italia”, rileva Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, a proposito dell'emendamento alla legge di stabilità votato dal Senato, con il quale viene istituito un fondo di contrasto alla povertà finanziato attraverso un prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro oltre i 90 mila euro. (
http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=8440:serve-un-cambio-di-marcia-nel-contrasto-alla-poverta&Itemid=674#.UphLueKzIq4)
“Non solo le risorse contro la povertà sono a dir poco esigue –prosegue Bottalico - appena 40 milioni all'anno contro i 900 che servirebbero per avviare un progetto come il
Reddito di inclusione sociale (Reis) proposto da Acli e Caritas, ma risultano destinate alla sola estensione su tutto il territorio nazionale della nuova carta acquisti. Una cosa senz'altro opportuna ma che da sola non configura minimamente un intervento pianificato e sistematico di contrasto alla povertà”.
Per finanziare l'avvio di un piano nazionale contro la povertà le Acli - che insieme ad un nutrito cartello di forze sociali, sindacali istituzionali hanno promosso la costituzione della
"Alleanza contro la povertà in Italia" - ritengono indispensabile la definizione di un quadro certo ed adeguato di investimenti senza il quale risulterebbe poco realistico immaginare la costruzione di un sistema locale di servizi adeguato alla lotta contro l’esclusione sociale.
Questa costruzione richiede investimenti, sviluppo di competenze e programmazione: gli enti locali, il terzo settore e le Organizzazioni sociali impegnati nel territorio potranno realizzarla solo se riceveranno un’adeguata stima economica e previsionale.
“Per questo– conclude il presidente Bottalico - le Acli chiedono a governo e parlamento di operare un deciso cambio di marcia nella lotta alla povertà che sia commisurata alla gravissima emergenza che essa costituisce per il Paese”.