In quei locali hanno mangiato generazioni di studenti e di professori, ora ci si reca lì per una ecografia a costo zero. L’ex mensa dell’università l’Orientale, chiusa a metà degli anni novanta ed occupata a gennaio 2011 dagli attivisti del collettivo Zero81, è diventata un presidio sanitario nel centro storico di Napoli. Ogni martedì pomeriggio l’ingresso del laboratorio autogestito Zone di Esperienze Ribelli diventa dunque una sala di aspetto. Identica a quelle di qualunque Asl o centro di analisi, se non fosse per lo spirito di gratuità, i graffiti, le pareti colorate e le foto del movimento del ’77 scattate da Luciano Ferrara. (http://buonenotizie.corriere.it/2013/11/27/lex-mensa-diventa-presidio-medico-le-visite-si-pagano-con-limpegno-sociale/)

di Pensiero Solidale

Pochi minuti di attesa e si entra nella stanza dove è stato sistemato l’ecografo.

“Lo abbiamo acquistato di seconda mano all’inizio dell’anno”, racconta il medico Claudio De Gregorio, “con una colletta. E’ costato 2800 euro circa. E’ un macchinario costruito da una società israeliana, che ci consente di effettuare varie indagini. Addome, tiroide, spalla, testicoli, solo per citare le più frequenti”.

Chi vuole, quando va via dopo essersi sottoposto all’esame, dà la disponibilità di un po’ del suo tempo per il doposcuola ai bambini del quartiere o per le lezioni di italiano agli immigrati. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra gli studenti ed il comitato centro storico.

“A gennaio ci siamo incontrati ed abbiamo stabilito di intraprendere questo percorso insieme”, riferisce Valentina Dell’Aversana, una delle animatrici del comitato. “Ecco allora”, prosegue, “che abbiamo pensato ad un presidio sanitario. Più che mai indispensabile, in una fase come questa, nella quale chiudono sempre più strutture pubbliche e nella quale i centri convenzionati con il servizio sanitario nazionale, che lamentano ritardi nei pagamenti dalla Regione, pretendono per ogni analisi che l’utente si faccia carico del costo pieno”.

Nasce, dunque, da questi presupposti il progetto di presidio di salute solidale, con obiettivi ambiziosi.

“Non vogliamo essere”, precisa infatti Roberto Valestra, un operatore sociale già attivo nella battaglia contro la privatizzazione dell’acqua, “una risposta caritatevole alla mancanza di servizi essenziali. Pensiamo invece al presidio come accumulo di forza per provare a cambiare radicalmente le condizioni concrete di vita”.

Si comincia, dunque, dalle ecografie, una volta a settimana. Ci si prenota telefonicamente. I tempi di attesa sono assolutamente ragionevoli.

“Abbiamo già contattato altri medici”, dice Dell’Aversana, “perché vorremmo coinvolgerli e garantire, colo loro contributo, visite specialistiche”.

di Fabrizio Geremicca

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