Inizierà il 4 giugno, nello stato nigeriano di Kivu, il processo contro l'industria farmaceutica Pfizer. L'accusa è di aver usato bambini malati per sperimentare farmaci, e di aver nascosto il tutto dietro un'opera di beneficenza. Il risultato: bambini sordi, ciechi e paralizzati. E 11 morti.
Era il 1996.
Nella regione del Kivu imperversavano epidemie di rosolia, colera e meningite, che avevano portato alla morte di oltre 3.000 persone. L'Organizzazione Mondiale della Sanità e la ditta farmaceutica americana avevano offerto il loro aiuto. Ma, secondo le accuse, Pfizer avrebbe somministrato a 200 bambini, senza autorizzazione, un farmaco chiamato Trovan Floxacin.
Questo medicinale non era stato sottoposto ai test preliminari. Il risultato fu una tragedia: 11 bambini morirono, 181 risultarono afflitti da disturbi gravi e permanenti quali sordità, paralisi, lesioni cerebrali e cecità. Ora i parenti chiedono giustizia e reclamano come indennità una somma pari a 2,75 miliardi di dollari. Lo stato del Kivu cita in giudizio l'azienda per aver "usato segretamente bambini come cavie per sperimentare una medicina nascondendosi dietro la maschera dell'aiuto umanitario".
I capi d'accusa sono ben 29, tra cui risaltano comportamento anti-etico, comportamento delittuoso, complotto, occultamento e falsificazione di prove, omicidio colposo di vittime innocenti. La popolazione del Kivu, a maggioranza musulmana, rifiuta ora di sottoporsi a qualsiasi forma di vaccinazione, incluso un recente programma di immunizzazione dalla poliomielite supportato dal governo.
Nel frattempo il farmaco, che avrebbe dovuto fruttare parecchi soldi all'azienda sui mercati occidentali, è stato tolto dal commercio in Europa e negli Stati Uniti in seguito all'insorgere di gravi disturbi in molti pazienti, alcuni dei quali sono addirittura morti. L'utilizzo di tale prodotto attualmente è stato severamente ristretto.