L’esperienza della Polisportiva Aurora e della Fondazione Andalusa per la Salute Mentale. Il primo incontro tra la Polisportiva Aurora di Prato e il mondo della salute andalusa fu nel 2007 a Trieste: in tale occasione i volontari italiani e spagnoli ebbero modo di stabilire un primo contatto che negli anni si è trasformato in una vera e propria amicizia. Andres Lopes Pardo, referente della compagine iberica, ha osservato con interesse e stupore il lavoro svolto da alcune associazioni italiane accettando gli inviti di Prato e Parma e partecipando attivamente alle esperienze territoriali promosse nell’ambito del “Trofeo Aurora”.
Il movimento andaluso ha mosso i primi passi prendendo come modello l’esperienza basagliana, i cui punti fondamentali si sono concretizzati con la chiusura dei manicomi in tutta l’Andalusia e lo sviluppo di un forte servizio sanitario pubblico tale da sostenere una rete di intervento per la cura e il trattamento delle patologie mentali. Quest’ultimo aspetto si è sviluppato negli anni e ha portato alla nascita di molteplici azioni, simili alle esperienze italiane, tra cui:
- un’attenta organizzazione dei progetti riabilitativi
- una capillare formazione professionale
- costituzione dell’housing sociale (case famiglia e appartamenti protetti)
- promozione dello sport come strumento per la promozione del benessere e per contrastare lo stigma
- una partecipata rete di utenti e familiari
- imprese sociali
- collaborazione con centri dell’impiego regionali
aurora_5Fondamentale per l’esperienza andalusa è stata la realizzazione della Faisem (Fundación Pública Andaluza para la Integración Social de Personas con Enfermedad Mental), una fondazione che gestisce un budget di circa 40 milioni di euro di fondi pubblici destinati al settore della salute mentale e che detta le linee di sviluppo a cui ogni servizio deve attenersi. Questo aspetto è il tratto che più distingue le due realtà, quella andalusa e quella italiana: di fatto la l’esperienza associativa pratese non ha mai utilizzato fondi o finanziamenti sanitari, ricercando sempre risorse del territorio, partecipando a progetti locali, regionali, nazionali ed internazionali. La Regione Toscana lascia inoltre ampia discrezionalità d’intervento alle singole Usl e Dipartimenti di Salute Mentale creando varietà di intervento e una certa disomogeneità territoriale.
Le similarità (sia pure con forti differenze dovute alla disparità di risorse economiche) si possono riassumere nella congruenza degli intenti che muovono entrambe le realtà quali la creazione di una rete sociale, lavorativa e di sostegno alle persone svantaggiate e alle famiglie, lo sport come fonte d’inclusione sociale, la ricerca e la creazione di associazioni di promozione sociale e di cooperative per dare possibilità di lavoro alle persone con disagio psichico o che vivono situazione di forte emarginazione sociale. (
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di Claudio Martini