Nonostante gli investimenti per favorire una cultura inclusiva, spesso le cronache raccontano episodi di forte discriminazione nei confronti di bambini e ragazzi con disabilità.
La scuola italiana ha scelto ormai da molto tempo la via dell'
integrazione scolastica degli allievi con disabilità, e ricopre oggi in questo un ruolo significativo nel panorama internazionale delle politiche scolastiche.
Nel tempo gli stessi obiettivi si sono affinati, sono stati discussi, ne sono state evidenziale le criticità e, attraverso la pratica e le riflessioni di ambito teorico, è stato introdotto ed accolto il paradigma dell'inclusione. L'asse della piena accoglienza, infatti, si è spostato sempre più dagli interventi necessari per consentire la partecipazione nei contesti, allo studio ed alla predisposizione di contesti di per sé già accoglienti. La scuola, cioè, ha cercato nel tempo e cerca ancora oggi di rinnovare se stessa in modo da poter accogliere tutti.
Non è facile.
Le difficoltà sono molte, di ordine strutturale, sistemico, culturale. Permangono infatti scuole con molteplici barriere architettoniche, burocrazie paralizzanti e non poche difficoltà scolastiche e territoriali di natura educativa. La cronaca, purtroppo, ci riporta troppo spesso episodi agghiaccianti ed è doveroso interrogarsi sul da farsi.
Ne basta una rassegna brevissima, ma pure colma di tragicità. Solo riflettendo sui casi recenti, basti ricordare l'episodio di Mugnano (NA), in cui alcuni genitori di allievi "normodotati" avrebbero chiesto il cambio di sezione e di plesso per i propri figli, perché in classe insieme ad un compagno con autismo. Il caso ha portato il presidente di
Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale (ANFFAS), Roberto Speziale, ad affermare che
si allontana sempre di più l'inclusione scolastica per gli studenti con disabilità.
Dall'altra parte del Paese, nel vicentino, la cronaca locale ci ha consegnato un
video agghiacciante, in cui addirittura un'insegnante di sostegno ed un'assistente usano violenza fisica (colpi, bacchettate, volto strofinato con un disinfettante) e verbale (insulti irripetibili) nei confronti di un ragazzo completamente inerme. Sono immagini violente, disumane, che parlano d'altro rispetto a tutto quello verso cui la scuola di muove ormai da 40 anni.
E' infine recentissima la diffusione dell'ultima vicenda che si vuole richiamare, che ci lascia ancora una volta basiti e attoniti. In questo caso, in una scuola di Mele (Ge),
alcuni alunni hanno aggredito e denigrato un ragazzo disabile, filmando addirittura la scena in cui il giovane si contorceva per il dolore. Solo l'intervento immediato di un insegnante ha evitato che il video fosse caricato in rete. In questo caso insegnanti e dirigenti hanno scelto la strada della severità ed il comportamento è stato sanzionato fino all'intervento della Procura della Repubblica. I giudici dei minori hanno deciso un percorso rieducativo, condannando i ragazzi responsabili dell'aggressione a produrre un video sul bullismo ed a diffonderlo in alcune scuole liguri, attraverso incontri con altri studenti. L'incredibile è però iniziato dopo, quando uno dei genitori ha inoltrato una controquerela per eccesso di severità, liquidando l'intera vicenda come una semplice ragazzata.
Non sono episodi isolati di violenza, legata a discriminazione e pregiudizio. Sono solo quelli più gravi e per questo finiscono sulle prime pagine dei giornali. Tanti piccoli o grandi gesti quotidiani di intolleranza, tante altre vicende centrate sullo stigma si svolgono ogni giorno, nonostante 40 anni di integrazione.
Fermiamoci un attimo. Riflettiamo. Tutti. Nessuno escluso. (
http://www.disabili.com/scuola-a-istruzione/articoli-scuola-istruzione/29264-linclusione-non-e-solo-un-sogno-ma-ancora-troppo-spesso-e-sconosciuta)