Una piccola pianta e un lume per ognuno dei 366 migranti morti nel naufragio. Nicolini: «Saranno memoria, segno di vita e promessa di impegno».
Trecentosessantasei piccole piante e altrettanti lumi accesi, accompagnati dai rintocchi della campana nautica. Così, a un mese esatto dal naufragio del 3 ottobre, domenica prossima il Comune di Lampedusa e Linosa vuole ricordare le vittime di quella tragedia con un rito semplice, ma dal valore fortemente simbolico: la messa a dimora di nuove piante all’interno della Riserva naturale orientata Isola di Lampedusa.
Dopo la piantumazione dei piccoli arbusti, scelti tra le specie autoctone che popolano al riserva e messi a disposizione dall’Azienda foreste demaniali della Regione Siciliana, tutti accenderanno un lume, uno per ognuna delle 366 vittime del 3 ottobre, e la breve celebrazione sarà accompagnata dai rintocchi di una campana nautica.
L’iniziativa si terrà in mattinata, in collaborazione con Legambiente, gestore della Riserva naturale dell’Isola dei Conigli, e con il coinvolgimento di tutte le realtà che hanno partecipato alla rete dei soccorsi e dell’accoglienza. Accanto ai cittadini e alle associazioni di Lampedusa, sono invitati a partecipare i migranti ospiti del Cpsa, le Ong, la Capitaneria di Porto, l’Esercito Italiano, i Carabinieri, la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco, l’Enac e l’Aeronautica Militare, i medici e i paramedici del Poliambulatorio e tutti coloro che vorranno offrire questo gesto di memoria.
«Quello di domenica sarà un rito di memoria e di speranza – spiega il sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini -. Sarà il saluto di Lampedusa a quei ragazzi, i nostri ragazzi, ma anche a tutti i naufraghi di cui non si è mai avuta notizia, vittime della profondità del mare e avvolte dal silenzio. Vogliamo dirgli che il loro sacrificio non sarà stato vano, perché lavoreremo affinché l’Italia e l’Europa adottino politiche migratorie nuove e civili, improntate al principio dell’accoglienza e del rispetto dei diritti umani. Realizzeremo il ‘Giardino della memoria’ in uno degli angoli più belli della nostra Isola, il nostro paradiso in terra – conclude Nicolini – . Quelle piantine saranno messe a dimora e curate con orgoglio e dedizione, perché saranno un segno di vita e di futuro che affonda le radici nel dolore, ma anche nella nostra promessa di impegno».
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