Bombardamenti, razzie nei villaggi, esecuzioni e torture di civili, stupri, arruolamento di bambini. Le violazioni dei diritti umani commesse dalla coalizione di gruppi armati Seleka, che ha assunto il potere nella Repubblica Centrafricana il 24 marzo di quest’anno dopo un’offensiva durata quattro mesi, hanno raggiunto un livello spaventoso.

Secondo Amnesty International, che ha diffuso oggi un rapporto sul paese, siamo di fronte a crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Per mantenere il potere col terrore, la coalizione Seleka ha ingrossato le sue fila – oggi circa 20.000 uomini - reclutando ex criminali e banditi nonché combattenti provenienti dal Ciad e dal Sudan. Quel che è peggio, ha arruolato e sta impiegando circa 3500 bambini soldato. Il governo del presidente Michel Djotodia assiste impotente.

Il rapporto di Amnesty International descrive numerosi casi di violenza estrema commessi dalle forze Seleka.

Il 22 aprile a Mbres, nella provincia di Nana-Gribizi, i soldati di Seleka hanno ucciso 27 persone, ne hanno ferite oltre 60 e hanno incendiato quasi 500 case: un atto di pura vendetta nei confronti della popolazione locale, che aveva cercato d’impedire il furto di materiali che dovevano servire a costruire la scuola locale.

Il 13 luglio, le forze Seleka hanno fermato un taxi collettivo a nove chilometri a sud della capitale Bangui. A bordo si trovava una decina di persone. Durante la perquisizione, i soldati hanno scoperto una busta contenente magliette col volto dell’ex presidente Bozize. Hanno fatto scendere i passeggeri e li hanno portati via. Alcuni giorni dopo, i corpi di alcuni di loro galleggiavano, mani e piedi legati e con evidenti segni di tortura, in un fiume vicino.

C’è poi il capitolo degli stupri: tra le numerose testimonianze raccolte da Amnesty International, una donna ha raccontato di essere stata violentata per ore dai soldati di Seleka, di fronte ai suoi bambini in lacrime. Mentre la stupravano, gli aguzzini la mordevano e le davano schiaffi.

Non vengono risparmiati neanche i bambini: colpiti con le granate, amputati coi machete, costretti ad assistere a episodi di violenza indicibile. Una volta, le forze Seleka hanno fatto irruzione in un orfanotrofio, sparando all’impazzata e terrorizzando i bambini. Poi hanno razziato computer, scorte alimentari e tutti i veicoli.

La crisi umanitaria provocata da mesi di violenza è disastrosa. Gli sfollati sono centinaia di migliaia, mentre 60.000 persone si sono rifugiate nei paesi confinanti.

Migliaia di persone dipendono dalle cure mediche e dagli alimenti forniti dalle organizzazioni umanitarie, i cui volontari vengono a loro volta presi di mira dalle forze di Seleka. Il 7 settembre a Bossangoa, dove si trovano oltre 30.000 sfollati, due operatori dell’organizzazione francese Acted sono stati picchiati e poi uccisi in modo sommario.

A luglio l’Unione africana si è impegnata a inviare nella Repubblica Centrafricana 3500 uomini per proteggere i civili. Nonostante i solleciti, ne sono arrivati meno della metà, un numero completamente inadeguato in un paese grande più del doppio della Francia.

Per quanto riguarda le Nazioni Unite, al Palazzo di Vetro hanno recentemente deciso di “rafforzare e aggiornare l’Ufficio di peacekeeping nella Repubblica Centrafricana”. La Francia ha nel paese oltre 400 soldati a protezione dei suoi interessi, che ogni tanto a quanto pare riescono a sventare attacchi di Seleka a Bangui.

Quanto tempo dovrà passare prima che si prenda qualche misura concreta per porre fine a quest’ennesima carneficina dimenticata? (http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/10/29/repubblica-centrafricana-crimini-spaventosi-e-il-mondo-sta-a-guardare/)

di Riccardo Noury

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