18-20 maggio 2007, Firenze - Fortezza da Basso

SI È APERTA OGGI TERRA FUTURA

la mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità (IV edizione).

 

 Di fronte a un modello di sviluppo ormai superato,

alla ricerca di nuove soluzioni che rispettino gli uomini e l'ambiente.

Tra le varie alternative, la decrescita felice

per ridare significato al lavoro e creare nuova occupazione.

CESARE DAMIANO: «Sviluppo, equità e diritti devono camminare insieme».

  

Firenze, venerdì 18 maggio 2007- Ha aperto i battenti oggi l'edizione 2007 di Terra Futura, la mostra convegno internazionale sulle buone pratiche di sostenibilità che animerà la Fortezza Da Basso, a Firenze, fino a domenica 20 maggio.

Filo rosso di alcuni dei convegni di questa edizione, e dunque anche di questa prima giornata, il tema del lavoro: un confronto tra società civile, istituzioni e imprese eticamente orientate, per riflettere insieme su come questa categoria vada ripensata in un'ottica di sostenibilità, e sulle alternative possibili per rendere più equo e sostenibile uno sviluppo che non sta portando vera crescita, affinché siano garantiti a tutti, lavoratori e consumatori, la giustizia sociale e l'accesso ai beni comuni.

 

Al convegno di apertura, proposto dai partner di Terra Futura (Fondazione culturale Responsabilità Etica Onlus, Banca Etica, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Legambiente, Fiera delle Utopie Concrete), e intitolato: "Lavoratori o lavoro? Diritti e doveri", Uliano Stendardi, capodipartimento Industria/pubblico impiego Cisl confederale, ha detto: «I consumatori, i lavoratori e i cittadini non sono categorie distinte, ossia chi produce è anche colui che acquista beni e che fa parte di quella società civile che si interfaccia con l'ambiente e il territorio. Allora c'è l'urgenza di ricomporre correttamente gli interessi, le strategie e i comportamenti di imprese e lavoratori, basandosi su un concetto di qualità del prodotto che tenga conto del rapporto con l'ambiente, il territorio, e le persone che l'hanno realizzarlo. Una "ricostruzione" da affrontare in un'ottica globale».

 

Che il modello dominante di sviluppo faccia acqua da diverse parti è cosa condivisa ormai da molti a vari livelli.  Soprattutto se ci si chiede a quanta parte della popolazione porti vero benessere.

«Il concetto di crescita non  misura la quantità dei beni, ma piuttosto delle merci» ha spiegato  Maurizio Pallante, consulente del Ministero dell'Ambiente per l'efficienza energetica, leader del Movimento per la decrescita felice.  «Mentre i primi servono alle persone e ai loro bisogni, le merci si identificano con qualunque oggetto scambiato con denaro. Con il termine di "decrescita", dunque, intendiamo il diminuire della produzione di merci e l'aumento della produzione di beni».  E c'è un altro luogo comune da sfatare, ha detto: «La crescita economica, il paradigma che ha guidato le società occidentali dalla rivoluzione industriale ad oggi,  non comporta in realtà un aumento dell'occupazione». Sono invece proprio settori produttivi legati alla sostenibilità, spesso ancora mercati inesplorati come quello della ecoedilizia, a poter  effettivamente creare nuovi posti di lavoro. Così come nel settore del riciclo e nelle attività di recupero e riparazione degli oggetti.

 

Il limite di produzione e consumo è stato con ogni evidenza superato.  «Vi sono almeno quattro elementi di crisi che lo indicano - ha affermato Francuccio Gesualdi, fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo -: l'emergenza energetica, la scarsità d'acqua, la crisi dei rifiuti e il problema dell'occupazione. In particolare per  quest'ultimo dobbiamo compiere una rivoluzione culturale che ci faccia immaginare il lavoro in maniera nuova: non un mezzo per l'ottenimento di un salario, ma qualsiasi cosa serva a garantire i nostri bisogni, le nostre sicurezze. Torniamo quindi, per esempio, al "fai da te" e all'autoproduzione, lasciando l'economia di mercato confinata alla sfera dei desideri».

  

E il lavoro non è solo una risorsa o un diritto, ma un bisogno profondo delle persone. A Parlare è don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e presidente di Libera, sottolineando: «Nella nostra quotidiana esperienza a fianco degli esclusi e agli emarginati, tocchiamo con mano  come il lavoro faccia ritrovare loro nuovo senso e fermento nella vita di tutti i giorni». Solo per fare un esempio, è provato per che chi sconta tutta la pena in carcere la recidiva si aggira intorno all'80%, mentre scende drasticamente  tra chi usufruisce di percorsi graduali di reinserimento sociale: meno di 2 persone su 10 torna a delinquere.

E passando poi a parlare del rapporto trà legalità e lavoro, Ciotti ha esordito citando il generale Dalla Chiesa: «È fondamentale che lo Stato garantisca come un diritto ciò che la mafia concede come un favore».

  

Anche CESARE DAMIANO, ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, intervenuto oggi pomeriggio a Terra Futura ad un convegno promosso da Fisac/Cgil, ha sottolineato come sia fondamentale coniugare sviluppo ed equità. «Esistono filosofie diverse, e le abbiamo provate tutte sulla nostra pelle: dopo il decennio ?80-?90 a livello globale è prevalsa una teoria in base alla quale per creare sviluppo e competitività era necessario diminuire equità e diritti. Un'altra teoria - ha continuato - sostiene invece che le due cose debbano camminare insieme, in un intreccio inestricabile tra uno sviluppo di qualità e di compatibilità ambientale, e quello a forte tasso democratico con equità di diritti soprattutto per i lavoratori: io appartengo a questa seconda scuola».

 

Attesi per domani: Peter Hennicke, presidente Wuppertal Institut, Oskar Negt, sociologo, Università di Hannover, Santosh Mehrotra, Head of the Rural Dev. Division in the Planning Commission, Govt of India and UNDP,   Ugo Biggeri,  presidente della Fondazione culturale Responsabilità Etica, Mario Agostinelli, Enea Unità per lo sviluppo sostenibile, Punto Rosso-Forum Mondiale delle alternative, Fabio Salviato, presidente di Banca Etica, Adriano Poletti, presidente TransFair-Fairtrade Italia, Susan George,  atore e direttore del Transnational Institute Amsterdam, Wolfgang Sachs, Wuppertal Institute, Vandana Shiva, direttore della Fondazione di ricerca per la Scienza, tecnologia ed ecologia?

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni