Al via la conferenza a Roma. “Si stima che ad oggi circa 125 milioni di donne e ragazze siano state soggette a qualche forma di mutilazioni di genitali, in 29 paesi fra Africa e Mediterraneo”. Gli obiettivi di “Tolleranza zero”, il Programma di sensibilizzazione Unfpa e Unicef.

Roma. Entro la fine del 2013 almeno uno tra i quindici paesi africani (Burkina Fasu, Djibuti, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Guinea Bissau, Kenya, Mali, Mauritania, Senegal, Somalia, Sudan, Uganda) coinvolti nel Programma Comune di UNFPA e Unicef per l’eliminazione delle mutilazioni dei genitali femminili (Mgf) potrebbe dichiarare l’abbandono definitivo di questa pratica di violenza sulle donne nelle comunità del proprio territorio, mentre l’abbandono totale della pratica è possibile entro una generazione: L’obiettivo “tolleranza zero” sulle Mgf è al centro della conferenza internazionale sulle mutilazioni genitali femminili che si è aperta questa mattina all’Auditorium - Parco della Musica, di Roma con la partecipazione della Ministra degli Esteri Emma Bonino, di Babatunde Osotimehin, Direttore esecutivo dell’Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) e Sottosegretario generale dell’Onu e a rappresentanti di paesi africani e di varie istituzioni e organizzazioni impegnate su questa tematica.

“Si stima che ad oggi circa 125 milioni di donne e ragazze siano state soggette a qualche forma di mutilazioni di genitali, in 29 paesi fra Africa e Mediterraneo. Oltre 30 milioni di donne e bambine sono a rischio nei prossimi 10 anni”, ha detto il dottor Babatunde Osotimehin portavoce dell’obiettivo “Tolleranza zero”, “chiedo alla comunità mondiale di unirsi all’impegno dell’Onu e di tante ONG internazionali perché questa pratica possa essere eliminata nell’arco di una generazione”.

La conferenza è stata indetta per illustrare i progetti in campo e le misure che stanno applicando i vari paesi, considerando che nel dicembre 2012 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità nel dicembre 2012 la Risoluzione 67/146 che intensifica l’impegno mondiale per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili. Questa pratica “tradizionale” è stata riconosciuta dall’Onu come una grave violazione dei diritti umani di donne, ragazze e bambine a cui è possibile contrapporre – attraverso un lavoro attento di sensibilizzazione delle comunità e di educazione sociale – riti di passaggio alternativi, cerimonie e rituali rispettosi della salute delle donne e del loro ruolo fondamentale nella vita della comunità. Fondamentale il ruolo dei media, come afferma l’ultimo rapporto UNFPA/Unicef: “Le potenzialità del mondo dell’informazione nel suo complesso su questo tema sono straordinarie. Attraverso i media è possible innescare una discussione su argomenti altrimenti tabù. Il Programma Comune ha sostenuto in questi ultimi anni lo sviluppo e il lancio di campagne di comunicazione innovative per promuovere il progressivo abbandono delle pratiche di mutilazione dei genitali femminili”.

Secondo i dati contenuti nel rapporto Unicef 2013 sulle Mgf, nell’ultima generazione c’è stato un calo della pratica in tutti nei 29 paesi dove è diffusa. In particolare, in Kenia la percentuale delle adolescenti (15-19 anni) con Mgf è quasi un terzo delle donne tra i 45 e i 49 anni: Mentre è stato soggetto a mutilazioni genitali femminili il 49% delle quarantenni, solo il 15% delle adolescenti lo è stato. La percentuale delle donne soggette a Mgf si è quasi dimezzata in Liberia (dall’85%al 44%) e in Burkina Faso (dall’89% al 58%) e Nigeria (dal 38% al 19%), mentre è rimasta quasi invariata in Somalia (dal 99% al 97%) e in Mali (dall’89 all’88%).

La presenza di Babatunde Osotimehin alla Conferenza Internazionale di Roma è il segnale di un’urgenza e di un’attenzione crescente – anche nel quadro più ampio della promozione della salute sessuale e riproduttiva delle donne nei paesi del Sud del mondo – verso l’eliminazione delle mutilazioni dei genitali femminili: una vera e propria forma arcaica e ancora diffusissima di violenza che mutila non solo il corpo delle donne, ma anche il loro futuro e il loro ruolo di agenti di sviluppo delle comunità locali. (lj) (http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/447719/L-impegno-dell-Africa-via-le-mutilazioni-genitali-entro-una-generazione)

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