Il giorno dopo il successo ottenuto nel Consiglio dei ministri, dove Beatrice Lorenzin ha scongiurato i nuovi tagli alla sanità inizialmente previsti nella legge di stabilità, la ministra della Salute è interventuta ieri sera alle 21 in audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio e Affari Sociali della Camera per parlare di sostenibilità del Ssn.
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Forte del buon esisto raggiunto nel Consiglio dei ministri di ieri, Beatrice Lorenzin, ha parlato queste sera davanti alle Commissioni Bilancio e Affari Sociali della Camera nell'ambito dell'indagine sulla sostenibilità del Ssn. Il confronto è iniziato alle 21 passate. Lorenzin è apparsa appassionata ma anche rilassata per il risultato ottenuto ieri nel Consiglio dei ministri dove è riuscita a scongiurare nuovi tagli al comparto sanità.
Un intervento a braccio nel quale ha parlato della possibilità di mettere in sicurezza il sistema per il prossimo triennio. “La legge di stabilità – ha detto – è la fine di un percorso iniziato in questi mesi, ma non è un traguardo, piuttosto un punto di partenza, siamo in grado di mettere in atto misure necessarie al gioiello Ssn”.
Due le sfide da qui ai prossimi mesi per la ministra. La prima “quella del transfrontaliero, ovvero la mobilità dei pazienti a livello europeo, dove dovremo competere con gli stati dell’Ue” a seguito della direttiva europea che entrerà in vigore tra pochi gioni; la seconda è quella dei numeri “per rendere sostenibile il sistema da qui ai prossimi 25-30 anni tenendo presente che andremo verso un invecchiamento della popolazione senza precedenti. Il carico di costo della spesa sociale sarà molto forte e dobbiamo pensarci oggi”.
Questo il ragionamento che Lorenzin ha fatto a Saccomanni ricordandogli che “negli anni abbiamo avuto una forte contrazione del Fsn e oggi il sistema ha raggiunto il suo massimo in termini di tenuta. Dopo la riforma del Titolo V il sistema non ha più retto e lo sforzo fatto è stato per riportare il tutto in condizioni di equilibrio finanziario. Quello che però non si è raggiunto è stato l’equilibrio sul versante dei Lea dove i tagli hanno inciso in maniera significativa”.
“Il problema del Sistema è un problema di governance, occorre intervenire su ciò che non funziona. Se tutte le regioni, anche quelle con i conti in ordine, non fanno programmazione non è detto che riescano a garantire l’equilibrio. Questa è la base del Patto per la salute”.
Per questo serve più “programmazione, applicando quello che funziona bene, ma anche trasparenza e analisi dei dati. Solo in questo modo è possibile capire le realtà che non funzionano analizzando le criticità mentre si formano per correggerle”.
Il Programma nazionale esiti “vorrei fosse un open data della sanità accessibile in qualsiasi momento con la dovuta attenzione alla privacy”. Questo porterebbe, secondo Lorenzin, un duplice beneficio sia ai cittadini italiani che a quelli stranieri “che speriamo di attirare nel nostro sistema per guadagnare risorse”.
Altri aspetti che riguardano la programmazione affrontati dalla ministra sono stati: “la razionalizzazione dei costi standard che fanno parte del Patto per la Salute”, la deospedalizzazione “perché si deve spostare attenzione al territorio che deve agire da filtro”, la centrale unica di acquisti “con i beni e servizi che non vengono mai aggraditi a livello centrale”.
“Occorre liberare risorse per due miliardi da riversare sulle infrastrutture sanitarie intervenendo sul patto di stabilità. Le infrastrutture sanitarie sono la base su cui corre la conoscenza, la tecnologie e la salute”.
Ultimo punto toccato da Lorenzin è la necessità di mettere in atto nuove strategie “per la gestione delle regioni in piano di rientro, perché non può essere che chi viene commissariato non riesca più ad uscrire da questa condizione”.
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video integrale dell'audizione. (
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=17523)