La giunta regionale del Lazio ha approvato la proposta di legge per la riforma del welfare “Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali della Regione Lazio”. Ora il testo passa al consiglio regionale per l’approvazione definitiva o le eventuali modifiche.

Nel Lazio l’ultima legge sul sistema dei servizi sociali è la legge 38 del 1996; la nuova legge recepirà, un poco in ritardo, le indicazioni della legge -quadro nazionale sulle politiche sociali, la legge 328 del 2000.

In precedenza la giunta aveva diffuso le “Linee guida” cui la riforma del welfare si ispira.

Secondo il comunicato stampa regionale, “obiettivo della riforma è quello di definire un modello di welfare più aperto alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati”. E ancora: “Terzo settore, associazionismo, cooperazione e impresa sociale saranno chiamati ad una partecipazione sistematica alla programmazione degli interventi per promuovere la progettualità e l’innovazione sociali”.

L’assessore alle politiche sociali della Regione Lazio Rita Visini sottolinea che “la costruzione di questo testo è frutto di un percorso costruttivo e inclusivo, perché fatto in collaborazione con tutte le parti sociali. Abbiamo recepito il 99% delle proposte di modifica”

Ecco come la Regione presenta alcuni dei nodi principali della nuova legge.

GESTIONE ASSOCIATA Fino a oggi i servizi sociali nel Lazio sono stati gestiti soprattutto a livello comunale: nel 2009 i Comuni del Lazio hanno speso in forma non associata complessivamente 767 milioni di euro e in forma associata soltanto 38 milioni.

Con questa riforma, sarà possibile mantenere a livello comunale soltanto quei servizi che hanno non rilevanza sanitaria e che comportano una modesta complessità gestionale. I comuni dovranno destinare la maggior parte delle loro risorse al finanziamento dei piani di zona distrettuali e la Regione interverrà con fondi integrativi per riequilibrare e garantire servizi uniformi su tutto il territorio.

STRUTTURE SOCIO ASSISTENZIALI Il testo fissa anche le tipologie di prestazioni essenziali da assicurare in modo uniforme a livello di distretto, tra cui, le strutture socio-assistenziali residenziali e semiresidenziali.

INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA La legge individua nel distretto socio-sanitario l’ambito territoriale ottimale sia per la gestione associata dei servizi sociali, sia per l’integrazione socio-sanitaria. Comuni associati e Asl dovranno adottare una specifica convenzione per l’integrazione socio-sanitaria, secondo uno schema-tipo che sarà approvato dalla Giunta.

PIANO SOCIALE Il Lazio adotterà un Piano sociale regionale, stilato con il coinvolgimento del Terzo settore, che sarà lo strumento privilegiato della programmazione delle politiche sociali sul territorio. Per la stesura del Piano è previsto esplicitamente il coinvolgimento degli organismi del Terzo settore, delle organizzazioni sindacali e delle Asl.

NO AL MASSIMO RIBASSO L’affidamento dei servizi dovrà avvenire secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa escludendo il criterio del solo massimo ribasso. (http://www.uneba.org/lazio-la-giunta-zingaretti-approva-la-riforma-del-welfare/)

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