Il servizio civile deve essere un diritto per tutti i giovani. C’eravamo lasciati con questo Manifesto il 28 febbraio 2013 a Villa S. Ignazio incoraggiati dalla testimonianza di Riccardo Bonacina, direttore del mensile del non-profit “Vita” e ideatore della campagna per il Servizio Civile Universale (manifesto della campagna, www.vita.it), e fortemente motivati dalle conclusioni di padre Alberto Remondini sj, presidente della Fondazione S.Ignazio e del jsn (jesuit social network), che invitava il Trentino a confermarsi laboratorio innovativo nel promulgare una legge su questo tema.

Eravamo in molti quella sera: enti, amministratori pubblici, ex obiettori e ex volontari del servizio civile, con tutti gli Enti promotori della Campagna locale. Era il 40° della promulgazione della legge sull’Obiezione di Coscienza e del Servizio civile (ampiamente sviluppato su Fractio Panis - Aprile 2013).

E non poteva mancare una risposta.

“Con questa legge - precisa Giorgio Lunelli - abbiamo voluto dare una risposta ai tanti giovani che, in Trentino come nel resto d’Italia, chiedono occasione di impegno personale e risposte ad una forte domanda di senso. Come legislatori trentini abbiamo indicato un senso di marcia, abbiamo dimostrato che è possibile introdurre anche nel nostro Paese l’istituto del Servizio Civile Universale”.

La disposizione che introduce il “Servizio Civile Universale” è contenuta nella legge finanziaria approvata dal Consiglio provinciale su proposta di Giorgio Lunelli, capogruppo Upt, Unione per il Trentino, e rappresenta una sostanziale riforma della normativa trentina sul servizio civile (legge provinciale 5 del 2007), che già era considerata innovativa rispetto alla legge nazionale, e riprende quanto previsto da un disegno di legge (395/2013) a firma dello stesso Lunelli (Upt), Michele Nardelli (Pd) e Roberto Bombarda (Verdi del Trentino).

Le novità introdotte dalla nuova norma, che ora potrebbe diventare un esempio a livello nazionale, riguardano la possibilità per gli enti privati di accreditarsi, accanto agli enti pubblici, all’albo provinciale del servizio civile e di ottenere dalla Provincia il finanziamento delle spese previdenziali e di assicurazione, mentre gli oneri contributivi rimangono a carico del singolo ente; la certificazione da parte della Provincia del periodo di servizio civile universale prestato presso un ente riconosciuto, che documenta le competenze acquisite dal giovane ai fini del suo curriculum professionale; la modulabilità dei tempi di durata del servizio civile (da pochi mesi a più anni), in base alle esigenze dell’ente e del giovane stesso.

Ma è il primo comma dell’art. 16 a definire l’elemento innovativo laddove si dichiara che “il Servizio Civile Universale provinciale è finalizzato a contribuire alla crescita personale e a sensibilizzare tutti i giovani ai temi del volontariato, della responsabilità e della solidarietà sociale”.

Un comma così chiaro nei suoi obiettivi che non necessita di alcun commento ma che nel contempo chiama tutta la società trentina, amministrazioni pubbliche, enti del terzo settore, enti privati e privati cittadini, a sostenere questo Servizio civile perché tutti i giovani possano scegliere di sperimentare un periodo della propria vita al servizio degli altri, per una crescita che è prima di tutto personale e poi culturale.

E ora il nostro impegno non è più un manifesto è legge anche per tutti noi.

«Un diritto per i ragazzi e un’opportunità per le associazioni»... lo ha annunciato il capogruppo Upt del Consiglio Provinciale Giorgio Lunelli in una serata dedicata al "Volontariato contro la crisi"... (http://fondazione.vsi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=711)

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