Nel nostro Paese l’8% delle persone residenti grava in condizioni di povertà assoluta. Questo vuol dire che l’8% delle persone non raggiunge uno standard di vita “minimamente accettabile”, e non vede quindi riconosciuti i propri diritti, la propria dignità, la garanzia di una coesione sociale. Il dato diventa ancora più allarmante se si considera che è raddoppiato in soli 7 anni (nel 2005 i poveri erano 4,1%) e che l’Italia, insieme alla Grecia, è l’unico paese dell’Europa a 15 a non avere una misura nazionale di contrasto alla povertà.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha presentato recentemente una iniziativa volta a introdurre il SIA, il Sostegno all’Inclusione Attiva, un contributo economico destinato a tutte le persone in povertà assoluta, la cui erogazione è vincolata ad un patto di cittadinanza tra lo Stato e il cittadino in difficoltà, per cui chi è in povertà assoluta ha diritto al sostegno pubblico e il dovere d’impegnarsi a compiere ogni azione utile a superare tale situazione (attraverso un patto stipulato con i servizi del welfare locale).
“Il Forum Nazionale del Terzo Settore – dichiara il Portavoce Pietro Barbieri – ha accolto con favore questa iniziativa e promuove, insieme ad altri soggetti, l’Alleanza Italiana contro la Povertà, lanciata da Acli e Caritas, che ha elaborato, e offre alla discussione pubblica, la proposta del REIS, il Reddito d’Inclusione Sociale.”
“Vogliamo però sottolineare – precisa Pietro Barbieri – la nostra attenzione circa il corretto reperimento delle risorse necessarie ad implementare il piano contro la povertà. E’ per noi indispensabile avere la garanzia che queste risorse non vengano prese da altri capitoli di spesa già destinati a sostenere soggetti fragili e lavoratori in cassa integrazione, o esodati, cosa che tra l’altro accrescerebbe il rischio di generare una guerra tra poveri, inutile quanto inopportuna proprio in un momento delicato come questo.”