La decisione dell'8 ottobre con cui un tribunale di Mosca ha inviato Mikhail Kosenko al trattamento forzato in un istituto psichiatrico è un odioso ritorno alle pratiche impiegate in epoca sovietica per mettere a tacere il dissenso - ha dichiarato Amnesty International.

"Incarcerare forzatamente Mikhail Kosenko in un'unità psichiatrica sa dei peggiori eccessi dell'ormai defunta era sovietica, quando i dissidenti languivano in istituti psichiatrici, trattati come persone affette da malattie mentali solo perché avevano osato esprimere la propria opinione" - ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

"Mikhail Kosenko è un prigioniero di coscienza messo dietro le sbarre per aver pacificamente esercitato il suo diritto a protestare e dovrebbe essere rilasciato immediatamente".

Mikhail Kosenko è stato arrestato dopo aver preso parte a una protesta in piazza Bolotnaya nel maggio 2012, sfociata in violenze. Egli è stato accusato di aver partecipato ai disordini e di aver usato violenza contro agenti di polizia.

La decisione del tribunale è stata annunciata mentre decine di persone si erano riunite in una protesta pacifica davanti al tribunale gridando il nome di Kosenko e "Libertà". È stato riferito che almeno otto persone sono state arbitrariamente arrestate.

"Il trattamento psichiatrico involontario deve essere usato solo in caso di grave malattia mentale, quando è probabile che quella persona provochi un danno immediato o imminente a se stesso o agli altri" - ha detto John Dalhuisen.

"Questo non è il caso di Mikhail Kosenko. Egli è destinato a essere forzatamente ricoverato nell'ospedale psichiatrico dopo che il giudice si è rifiutato di consentire un esame indipendente del suo stato di salute. Questa è una violazione del diritto a un processo equo".

La decisione del tribunale significa che Mikhail Kosenko può essere privato della sua libertà a tempo indeterminato. Non ha voluto beneficiare di alcuna amnistia che potrebbe essere concessa ai suoi coimputati del cosiddetto caso Bolotnaya.

Il verdetto è stato richiesto dal pubblico ministero, il quale ha sostenuto che egli rappresentava un pericolo per se stesso o per la società. Questa affermazione si basa su un parere medico richiesto dal pubblico ministero e sull'asserzione della pubblica accusa secondo cui le accuse penali contro di lui erano state dimostrate.

Amnesty International ha partecipato alle udienze del processo di Mikhail Kosenko ed è giunta alla conclusione che l'accusa non è riuscita a dimostrarne la colpevolezza.

Inoltre, le prove, tra cui filmati e deposizioni di testimoni oculari, lo discolpavano del tutto dalle accuse a suo carico.

L'organizzazione ha espresso preoccupazione per l'uso di funzionari di polizia come principali testimoni e ha segnalato contraddizioni nelle testimonianze presentate in aula.

Mikhail Kosenko ha avuto problemi di malattia mentale, ma in passato non è mai stato sottoposto a un trattamento forzato, né è stato ritenuto pericoloso per se stesso o per la società.

"Si tratta di una condanna spaventosamente ingiusta e di un castigo sinistramente crudele verso un manifestante pacifico. Mentre la maggior parte dei suoi coimputati è ancora a processo o sotto inchiesta, ci si domanda per quanto tempo potrà ancora andare avanti questa parodia della giustizia", ha dichiarato John Dalhuisen. (http://www.amnesty.it/Russia-uso-ripugnante-della-psichiatria-punitiva-per-mettere-a-tacere-dissenso)

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