Coinvolgere le persone senza fissa dimora a partecipare attivamente al proprio recupero sociale e al miglioramento della qualita' della propria vita. E' questo l'intento di una tavola rotonda a Bruxelles organizzata. dall'eurodeputato Idv Niccolo' Rinaldi.

"Participation of Homeless people. Get a Different Result …get people": il titolo della conferenza organizzata al Parlamento europeo in collaborazione con il Feantsa, Federazione europea delle organizzazioni attive nell'assistenza ai senzatetto.

Rinaldi ha sottolineato l'importanza di capire quanti sono e dove sono i senza-tetto in Europa, la varieta' di tipologie umane che essi rappresentano e di costruire un linguaggio comune insieme a loro. "Non si tratta solo di aiutare le persone in difficolta'- ha spiegato - ma anche di trarre ispirazione dalle persone con esperienza diretta. Se davvero vogliamo costruire questa idea di Europa abbiamo bisogno di questo approccio dal basso. E' triste che gli strumenti messi a disposizione oggi a questa tavola rotonda non vengano dalla Commissione o da altre istituzioni", ha aggiunto Rinaldi riferendosi alla mancanza di dati statistici ufficiali delle istituzioni europee che possano spiegare il fenomeno.

Nella sua azione parlamentare, Niccolo' Rinaldi ha piu' volte chiesto alla Commissione un maggiore sulla questione. Con un'interrogazione scritta del 27 maggio scoso, rivolse 5 domande al commissario per l'occupazione, gli affari sociali e l'integrazione, László Andor, chiedendogli in particolare il perche' non esiste uno studio statistico ufficiale del fenomeno. "La mancanza di dati sui senzatetto a livello europeo limita gli spazi per una analisi piu' profonda. Tuttavia, la Commissione ha fatto delle ricerche su come meglio usare le informazioni esistenti e aggregare le tendenze del fenomeno nel dossier trimestrale di Giugno 2012 su situazione sociale e lavoro", gli rispose Andor il 27 luglio.

Secondo Ian Tilling, Feantsa, "la partecipazione migliora non solo le vite delle persone senza fissa dimora, ma anche l'efficienza dei servizi a loro dedicati. Tutto l'aiuto del mondo e' inutile se non ci si aiuta da soli".

Ad esporre e a proporre questo concetto hanno partecipato anche esponenti di associazioni che hanno fatto emergere i diversi approcci di partenza in Europa e il comune obiettivo che e'proprio quello della partecipazione dei diretti interessati al miglioramento della propria condizione sociale. Persone come Michael Mackey, dell'irlandese Galway Simon Community, in passato senzatetto, ora direttamente coinvolto nella lotta al fenomeno, o Marta Olaria della Arrels Fundacio' di Barcellona che ha spiegato come si possa trasformare un approcio di tipo assistenziale, tipico delle politiche di stampo religioso diffuse in Spagna, in uno in cui la partecipazione diventa un modo per migliorare qualcosa che gia' funziona.

Un importante aspetto da non sottovalutare legato alla condizione di senza fissa dimora, riporta la Mental health Europe, la Ong, che si occupa di prevenzione della salute mentale, e' la massiccia difusione di infermita' mentali. Secondo uno studio dell'associazione, circa il 30% dei senzatetto in Europa, soffre di disturbi mentali. La Mhe si appella all'Ue per un piano di azione sui senza tetto con un focus specifico sulla salute mentale degli interessati.

I piani d'azione, su questo concordano tutti, non possono prescindere dal coinvolgimento attivo di chi questo fenomeno lo vive tutti i giorni. "La partecipazione - ricorda Rinaldi - è uno strumento che se usato dalle Istituzioni aiuta alla condivisione delle scelte che pesano sulle vite di molti. Le persone hanno il diritto di giudicare la qualità dei servizi ma spesso chi vive condizioni sociali, fisiche, mentali o economicamente svantaggiose si scontra con l'impossibilità di farlo." (http://www.euractiv.it/it/news/sociale/7843-poverta-rinaldi-idv-senza-tetto-meglio-partecipazione-che-assistenza.html)

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