Presentata al Senato l'indagine di Intervita che studierà il fenomeno. Tra i partner anche CSVnet. Quasi 700 mila ragazzi italiani, 2 su 10, rischiano ogni anno di abbandonare la scuola senza conseguire un titolo d'istruzione e formazione che vada oltre la scuola media inferiore (e spesso nemmeno quello), un dato che colloca l'Italia in fondo alla classifica europea.
Per approfondire il fenomeno e contrastare il disagio Intervita Onlus ha deciso di avviare una Ricerca Nazionale sulla dispersione scolastica per scoprirne l'incidenza sul PIL italiano ed il valore economico e sociale delle azioni messe in campo dal terzo settore per contrastarla.
La ricerca, presentata il 1 ottobre al Senato, è promossa da Intervita, insieme all'Associazione Bruno Trentin di CGIL, Fondazione Giovanni Agnelli con la collaborazione di CSVnet.
Si tratta di un progetto innovativo, indispensabile per quantificare il fenomeno della dispersione scolastica, che in Italia ha dimensioni allarmanti. Con il 17,6% di ragazzi che abbandonano gli studi, l'Italia è in fondo alla classifica europea e continua a scontare un gap con gli altri Paesi la cui media è pari al 14,1% , come ad esempio la Germania dove la quota è sensibilmente più bassa (10,5%), o la Francia (11,6%) e il Regno Unito (13,5%) . Un divario che aumenta se guardiamo al Sud, dove la media è del 22,3%, mentre si riduce nel Centro-Nord dove si attesta al 16,2 %.
Per contrastare il fenomeno, Intervita sta già lavorando sul campo con il progetto Frequenza200, il Network che lavora con gli insegnanti, i giovani e le loro famiglie sul territorio nazionale con l'obiettivo di riportare a scuola 4000 ragazzi entro il 2016.
"Con Frequenza200 promuoviamo un modello di intervento per sostenere il dialogo tra le istituzioni nazionali, le famiglie e gli enti locali per confrontarsi sulle buone pratiche e favorire un'attenzione maggiore sul tema dell'educazione. Un tema, questo, che per noi di Intervita è prioritario e che ha determinato la nostra entrata in azione in Italia: attraverso un programma triennale ci siamo infatti posti l'obiettivo di ridurre l'abbandono della scuola riportando sui banchi 4.000 studenti a rischio " dichiara Marco Chiesara, Presidente Intervita Onlus.
L'incontro, moderato dalla giornalista RAI Maria Teresa Lamberti, ha visto la partecipazione di Vice Presidente del Senato della Repubblica, Marco De Amicis –portavoce Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Marco Rossi Doria – Sottosegretario all'Istruzione, Marco Chiesara – Presidente Intervita Onlus, Daniele Checchi – Università degli Studi di Milano – Direttore Scientifico della Ricerca, Andrea Gavosto – Direttore Fondazione Giovanni Agnelli e Fulvio Fammoni –Presidente Associazione Bruno Trentin - Isf – Ires, intervenuti per contribuire a fare chiarezza sul tema della dispersione scolastica e la sua dimensione e per informare sui termini generali entro cui si muoverà la ricerca.
Nel suo intervento Marco De Amicis Portavoce di Vincenzo Spadafora – Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, ha ribadita come sia necessaria "Un'attenzione costante ai diversi fattori che incidono sulla dispersione scolastica. A partire dalla prevenzione, che inizia con la disponibilità di servizi di cura per la prima infanzia di qualità. In una fase in cui l'Italia sta negoziando il nuovo Accordo di Partenariato con l'Unione europea, chiedo che venga data priorità alle misure sulla dispersione scolastica, nel rispetto degli obiettivi europei."
Marco Rossi Doria – Sottosegretario all'Istruzione, ha sottolineato il forte impegno messo in campo dalle scuole per contrastare il fenomeno: "C'è un lento miglioramento dei dati sulla dispersione, assolutamente insufficiente, che deriva dallo sforzo immane delle scuole pubbliche. Il danno alle possibilità di sviluppo e il fallimento formativo sono stati finalmente messi in relazione con strumenti molto più fini che in passato".
"L'innovatività della ricerca - ha commentato Andrea Gavosto – Direttore Fondazione Giovanni Agnelli consiste nell'ambizione di provare a ottenere un quadro realistico degli sforzi messi in campo, tenendo in conto per la prima volta il notevole apporto del terzo settore. Si tratta del primo passo per la comprensione dei meccanismi che rendono efficaci alcuni progetti e inefficaci altri. Ma la sfida sarà quella di centrare l'obiettivo della rappresentatività territoriale dell'indagine".
Conoscenza e formazione sono i temi chiave del progetto, secondo Fulvio Fammoni –Presidente Associazione Bruno Trentin (ABT) - Isf – Ires. "Crediamo che la dispersione scolastica debba essere uno dei temi centrali dell'agenda politica nazionale: non possiamo più permetterci così tanti giovani senza un titolo di scuola secondaria, che spesso alimentano le schiere dei NEET, coloro che non studiano né lavorano. Un dramma per le persone e un danno al sistema Paese.
Per questo l'ABT sta puntando da tempo a sviluppare ricerche ed analisi sul tema, nell'ottica di sostenere lo sviluppo di politiche e di piani di intervento adeguati.
Siamo convinti che un approfondimento sui costi economici della dispersione sia utile per ri-orientare le non poche risorse che finora sono state investite in Italia e che, come noto, non hanno portato a miglioramenti significativi della dispersione.
Sarà anche l'occasione per un approfondimento sul sistema educativo italiano nel suo complesso caratterizzato, come noto, da un'offerta formativa 'a scalini' e poco integrata, in cui non solo le transizioni tra i diversi ordini di istruzione sono poco supportate, ma in cui nei vari passaggi si perdono via via quote di giovani. Da questo punto di vista un ragionamento complessivo dovrà riguardare come una nuova formazione professionale insieme alla scuola possa contribuire a percorsi efficaci di assolvimento dell'obbligo di istruzione e del diritto-dovere".
"A nome di CSVnet e di tutta la rete dei Centri di Servizio per il Volontariato presenti in Italia, siamo felici di poter offrire il nostro contributo per un progetto di ricerca dedicato ai giovani - ha commentato Francesca Danese, vicepresidente vicario di CSVnet. "I motivi economici e di disagio che impediscono a molti ragazzi di poter accedere ad un'istruzione adeguata, rappresentano un costo, economico e sociale, troppo alto, che il nostro sistema non può permettersi. È per questo che, nell' ambito di un'esperienza decennale di collaborazione e di servizio a fianco delle organizzazioni di volontariato, continueremo a riconoscere nella scuola il luogo ideale per promuovere la cultura della solidarietà alle generazioni future". (
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